Questa ragazza e l'ossessione (intima) del suo capoufficio: "Cos'ho visto sul suo pc"
Un capo ossessionato da lei, il posto di lavoro e l'ufficio che diventano un incubo quotidiano. Su TikTok è diventato virale il post-confessione di una giovane, nickname DaisyWithDevon, che ha rivelato ai follower la sua inquietante vicenda personale.
"Sono tre anni che ho questo lavoro, e ho presentato tre reclami alle Risorse Umane. Non lo avevo mai fatto prima. E vi dirò quali sono questi reclami, e che cosa è stato fatto in proposito, oltre al perché non mi sento al sicuro quando vado in ufficio", premette la giovane, prima di entrare nel dettaglio. Il problema è legato esclusivamente all'atteggiamento del suo capo-ufficio, che rasenta (e forse supera) i confini dello stalking.
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Un anno e mezzo fa, il primo "contatto ravvicinato" tra i due. Daisy e l'uomo lavorano gomito a gomito, lui condivide il suo schermo del pc e qui l'impiegata ha un sussulto. Nelle ricerche Google affacciate sul desktop "c'erano tutti i miei account social, Instagram, TikTok, Twitter, persino il mio nome. Il giorno prima ero andata al ristorante e avevo messo una storia col nome, e lui ha cercato persino il nome del ristorante".
Quello di Daisy è un viaggio nella ossessione del superiore: "Mi sono sentita violata, ho chiamato mia mamma in lacrime". Per non perdere il suo primo lavoro la giovane ha scelto di non protestare. Da quel giorno, il capo si è sentito in diritto di fare ulteriori passi verso di lei: "Mi avrà fatto più di 20 regali, e tutti frutto di un atteggiamento da stalker. Per esempio sono andata allo zoo e ho messo una foto mentre do da mangiare a una giraffa, e il giorno dopo mi regala un pupazzo di una giraffa. Tutte cose così".
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La convivenza con il capo è sempre più difficile e imbarazzante: "Mi sentivo a disagio a stargli intorno, e ho cominciato a notare che fissava il mio seno. E indossavo sempre outfit professionali, nulla di inappropriato, naturalmente. Ma ho cominciato a mettere vestiti sempre più coprenti, a collo alto, felpe...". Quindi sempre più sconcertata solleva il caso alle Risorse umane dell'azienda: "Ho parlato con questa donna e lei mi ha detto 'Non hai pensato di mettere qualcosa di più professionale per venire in ufficio?'". La conclusione dell vicenda è amara: "Volete sapere come è andata a finire? Cosa hanno fatto? Niente. Devo lavorare come al solito, devo andare in ufficio... avevo chiesto lo smartworking per sentirmi al sicuro, ma non posso". Sui social, i commenti si dividono tra chi appoggia le sue rimostranze dicendosi indignato per il clima tossico in cui è costretta a vivere, chi le contesta un eccessivo allarmismo e chi, addirittura, sospetta che sia tutta una montatura per potersi meglio "imboscare" lavorando da casa.