Israele autorizzato a restituire la cortesia, Khamenei è un bersaglio
Con buona pace di chi invoca una mitica (e a questo punto altamente improbabile) "de-escalation", e per giunta la chiede solo a Gerusalemme, ieri è stata ancora una volta Teheran, con la collaborazione operativa di Hezbollah, ad alzare drammaticamente il livello dello scontro, e a farlo con modalità del tutto provocatorie: nientemeno che un tentativo di assassinio diretto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu.
Il quale di solito trascorre il sabato in una residenza privata nella città costiera di Cesarea: e proprio questa sua abitazione è stata colpita ieri da un drone esplosivo lanciato da Hezbollah dal territorio libanese. In quel momento però né Netanyahu né sua moglie si trovavano sul posto: dunque, non si è registrato nessun ferito e l’attentato è clamorosamente fallito. Ma attenzione ai particolari, tutti altamente rivelatori, e tali da rendere la giornata di ieri il possibile innesco di una nuova fase rovente della guerra, probabilmente fino allo scontro finale tra Gerusalemme e il regime di Teheran. (...)