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Israele sta vincendo, esperti e analisti in lutto

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Se non si trattasse di questioni tragicamente serie e di massima gravità, si potrebbe perfino sorridere delle incredibili acrobazie, anzi delle vere e proprie arrampicate sugli specchi, in cui si sono dovuti produrre da 36 ore - quei politici, quei commentatori, quegli analisti che, pontificando sempre e sbagliando tutto lo sbagliabile, avevano stabilito alcuni “teoremi”: che non avesse senso il proseguimento dell’azione israeliana a Rafah, che servisse un “cessate il fuoco”, che Ha mas non sarebbe stata né battuta né battibile, e che Sinwar non sarebbe stato catturato o eliminato. Ovviamente la realtà (e la tenacia di Netanyahu) si è incaricata di smentirli punto su punto.

E allora come si fa? Elementare, Watson. Con la stessa faccia e la medesima prosopopea di sempre, ci si ripresenta (in prima pagina oppure in tv) negando l’evidenza e confezionando almeno sei escogitazioni lessicali per confondere lettori e telespettatori. Vediamole una per una.

La prima: ci sono i cantori della “complessità” (li si potrebbe chiamare: “i complessisti”), che sono impegnati a spiegarci quanto le cose restino difficili, oscure, imperscrutabili. E certo che la situazione resta complicata, questo lo capisce anche un bambino: ma con il piccolo dettaglio che Israele sta stravincendo la guerra, e lo sta facendo proprio perché ha seguito una strategia diametralmente opposta a quella consigliata dai presunti “esperti” (...)

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