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Yahya Sinwar, c'è un mistero sulla morte: "Cosa svelano le ferite nelle foto originali"

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Il numero uno di Hamas è stato ucciso. Dopo mesi, l'esercito israeliano è riuscito a far fuori Yahya Sinwar, mente dell'attacco del 7 ottobre. Fin da subito l'Idf ha spiegato che la morte dell'uomo è avvenuta "per caso". Impegnate nell'operazione a Rafah, le truppe hanno chiarito che non avevano come obiettivo lui e non sapevano che il leader di Hamas potesse trovarsi nell'edificio in cui stavano operando. L'uccisione di Sinwar rimane dunque un mistero. Tanti i dettagli che ancora non tornano. 

Gianluca Di FeoMetropolis commenta le prime immagini dell'uccisione e solleva qualche dubbio: "Nelle foto originali ci sono due grandi ferite, una sul cranio e un'altra sul ginocchio. Entrambe sono incompatibili con un proiettile, mi sembrano causate da un corpo contundente". Insomma, prosegue il vicedirettore di Repubblica, "la dinamica è assolutamente incerta. Gli unici punti fermi è che la morte è avvenuta ieri e che c'è stato un contatto tra una pattuglia dell'esercito che controlla h24 il territorio per cercare di trovare i miliziani di Hamas e poi l'intervento o di un carro armato o di un aereo che ha raso al suolo l'abitazione".

 

 

Intanto, il sito di notizie ebraico Walla, fa sapere che il corpo del leader di Hamas è stato spostato in un luogo segreto all'interno di Israele dopo essere stato sottoposto a un'autopsia presso l'Abu Kabir Forensic Institute durante la notte. Secondo il rapporto, l'autopsia ha confermato che Sinwar è stato ucciso da un colpo di pistola alla testa e da un proiettile. A differenza di quanto sostenuto da Di Feo.

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