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Air Force, blitz degli Usa con i super-bombardieri: distrutti 5 obiettivi Houthi

Matteo Legnani
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È stata una dimostrazione di potenza di fuoco, quella compiuta mercoledì da parte dell'Air Force americana contro cinque obiettivi militari situati in Yemen. A essere distrutte sono state cinque postazioni militari sotterranee controllate dalle milizie Houthi, che da mesi colpiscono con missili e droni obiettivi civili e militari in Israele, Arabia Saudita e nel Golfo di Aden, creando grosse difficoltà al traffico dei mercantili che attraversano quel tratto di mare provenienti da o diretti verso il Canale di Suez. Ma se gli obiettivi erano Houthi, la dimostrazione di forza era intesa nei confronti dell’Iran che ormai da anni sostiene le milizie yemenite in chiave anti-israeliana e anti-occidentale. Perché l’altro ieri, in Yemen, sono entrati in scena i B-2, bombardieri stealth (ossia invisibili ai radar) considerati l’arma di punta tra quelle a disposizione della forza aerea Usa.

Il segretario americano alla Difesa, Lloyd Austin, ha spiegato in un briefing con la stampa al Pentagono che il presidente Joe Biden aveva ordinato l'attacco per «indebolire ulteriormente la capacità degli Houthi di attaccare navi nel Golfo di Aden». Austin non ha menzionato esplicitamente l’Iran, ma in una fase di altissima tensione tra Israele e Teheran l’impiego dei B-2 in un teatro di guerra è una dimostrazione data agli ayatollah della capacità statunitense di colpire e distruggere installazioni sotterranee posizionate a grande profondità nel sottosuolo, come quelle nucleari iraniane.

 

 

 

Il B-2 è infatti l'unico aereo militare al mondo in grado sganciare bombe con guida GPS da 14 tonnellate (e con una carica di esplosivo da due tonnellate e mezzo) dette Penetrator. Ordigni che hanno una corazza-bunker di acciaio spesso diverse decine di centimetri che gli permette di perforare il suolo, le rocce e persino il cemento armato fino a una profondità di 70 metri, prima di esplodere, distruggendo obiettivi irraggiungibili da qualunque altra arma convenzionale (non nucleare).
I dettagli dell'incursione aerea non sono stati divulgati e anche questo aspetto potrebbe essere un messaggio a Teheran circa l’imprevedibilità di una missione analoga a quella di mercoledì in Yemen, ma contro obiettivi posizionati su territorio iraniano. I B-2, di stanza presso la Whiteman Air Force Base in Missouri, potrebbero aver volato fino in Yemen da lì, con un rifornimento in volo da parte di aerei cisterna. Oppure, potrebbero essere partiti dalla molto più vicina base anglo-americana situata sull’atollo Diego Garcia, nell'Oceano Indiano.

 

 

 

«Si è trattato di una dimostrazione unica della capacità degli Stati Uniti di prendere di mira le strutture che i nostri avversari cercano di tenere fuori portata, non importa quanto profondamente sepolte nel sottosuolo, rinforzate o fortificate», ha spiegato il Segretario alla Difesa, aggiungendo che «l’impiego dei bombardieri B-2 dimostra la capacità degli Stati Uniti di agire contro questi obiettivi quando necessario, sempre e ovunque». Senza contare che attaccare il regime di Teheran colpendone gli alleati ha, politicamente parlando (anche in chiave elettorale), conseguenze irrisorie per l’amministrazione Biden-Harris, se paragonate a quelle che avrebbe un blitz su suolo iraniano.

 

 

 

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