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Unifil? Va sconfitto il regime iraniano e smantellata la dannosa Onu ormai ostaggio degli integralisti

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È stata una settimana amaramente prevedibile: che si è aperta (lunedì cadeva la ricorrenza del 7 ottobre) con l’Italia della politica e dei media – non di rado con qualche ipocrisia: ormai è fin troppo chiaro – radunata presso la Sinagoga di Roma e quella di Milano per manifestare solidarietà e cordoglio verso Israele. Salvo però nei giorni successivi tornare ad attaccare Gerusalemme con toni spesso fuori misura. Indubbiamente, la controversa scelta dell’esercito israeliano di attaccare anche postazioni e installazioni Onu non era stata concepita – diciamo – per alimentare il consenso internazionale: questo è poco ma sicuro. Ed era scontato che anche il governo italiano dovesse criticare quella decisione. Fin qui, tutto comprensibile. Meno comprensibile è però che troppi attori (dalla Casa Bianca all’ineffabile Onu, dall’Ue alle cancellerie dei singoli paesi europei, passando per un coro mediatico che in Italia è stato rotto solo da Libero), nella foga di urlare contro Netanyahu, abbiano perso di vista i due punti cruciali della questione. Primo. Israele – e fa bene, anzi benissimo– non ha più intenzione di consentire ai nemici islamisti che vorrebbero distruggerla di organizzarsi, prosperare e tornare a colpire. E quindi, dopo aver messo in ginocchio Hamas e Hezbollah, Gerusalemme vuole chiudere i conti anche con il regime criminale di Teheran. Vedremo che strada sceglierà: ed è certamente auspicabile che Israele scelga strumenti (militari e non) che incoraggino la popolazione iraniana a ribellarsi contro il clero integralista che opprime l’Iran dal 1979. In altre parole, Israele dovrebbe riuscire nel miracolo di colpire il regime e contemporaneamente far sentire agli iraniani oppressi che Gerusalemme lotta anche per la loro liberazione. (...)

 

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