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Per Pedro Sanchez è finita? Il suo ex ministro va a processo

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L’ex ministro socialista dei Trasporti spagnolo, Jose Luis Abalos, è vicino al rinvio a giudizio sul cosiddetto “caso Koldo”. L’inchiesta riguarda un giro di commissioni illegali per l’acquisto di materiale sanitario durante la pandemia da coronavirus di cui l’ex collaboratore del ministro, Koldo Garcia, sarebbe stato uno degli artefici. Dopo aver ricevuto un rapporto di oltre 200 pagine della Guardia civil, il giudice Ismael Moreno ha chiesto alla presidente del Congresso, FrancinaArmengol, di certificare se Abalos, ex ministro ed ex segretario organizzativo dei socialisti goda dello «status di deputato». Si tratta del primo passo in vista di un probabile rinvio a giudizio.

A quasi otto mesi dalla rivelazione del caso Koldo, la Guardia Civil ha inviato al Tribunale nazionale una relazione di 233 pagine in cui descrive il «legame diretto» del politico con l’uomo d’affari Victor de Aldama, presidente di Zamora Cf, che avrebbe ottenuto i «favori» del ministero grazie all’aiuto di Koldo Garcia, per ottenere contratti pubblici (relativi all’acquisto e alla vendita di mascherine nel 2020) e trarre vantaggio dalla sua rete di contatti. Fra gli elementi raccolti dagli inquirenti, è emerso l’utilizzo di una villa a La Linea de la Concepcion a Cadice, di cui la compagna dell’ex ministro avrebbe beneficiato grazie al pagamento di 90mila euro di affitto da parte di de Aldam. Abalos, sospeso dopo lo scoppio del caso dal partito socialista, è poi approdato al gruppo misto. Il rapporto, tuttavia, ha provocato un forte impatto nei ranghi socialisti. L’ex ministro, infatti, negli ultimi anni aveva fatto parte della cerchia ristretta del presidente del governo, Pedro Sanchez. Così ieri il premier si è visto costretto ad assicurare che il suo governo ha agito con «assoluta fermezza» di fronte a «qualsiasi accenno a un caso di corruzione che possa essersi verificato».

Alicia Garcia, portavoce del Pp all’opposizione, ritiene invece che sia proprio Sanchez il «padrino della trama» e annuncia che sarà convocato dalla commissione d'inchiesta del Senato (dove i popolari hanno la maggioranza assoluta) perché, attacca il presidente del Pp Alberto Nuñez Feijoo, cessi di «nascondersi senza mostrare la faccia» quando la «corruzione» nell’esecutivo «avanza a un ritmo spaventoso» e si decida infine a dimettersi. Il capo del governo, ieri, era in visita dal Papa in Vaticano.

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