Keir Starmer, una "crisi terminale": clamoroso, lo scandalo che può affondarlo a tempo record
"Quella sensazione di affondare": il titolo scelto dall'Economist per il numero di questa settimana riassume bene la situazione del premier inglese Keir Starmer, che in tre mesi al 10 di Downing Street non sembra aver convinto gli elettori. Tutto il contrario, anzi. Il governo laburista da lui guidato, infatti, risulta invischiato in una crisi profonda, che secondo qualcuno potrebbe essere addirittura "terminale". E le dimissioni dal partito della deputata Rosie Duffield non aiuta a migliorare l'immagine del Labour. Anche perché la 53enne è andata via scrivendo una lettera al vetriolo al primo ministro: "Mi vergogno per quello che tu e la tua cerchia avete fatto per danneggiare e umiliare il nostro partito".
Il riferimento della donna è allo scandalo dei regali e dei favori ricevuti in questi anni dal premier e dai principali ministri, ma anche alle politiche che questo governo sta mettendo in pratica. Secondo quanto emerso di recente, negli ultimi cinque anni Starmer si sarebbe messo in tasca regali da parte di generosi finanziatori per un totale di oltre 133mila sterline. Tra gli omaggi, che in qualche caso il premier si sarebbe pure dimenticato di dichiarare, ci sarebbero vestiti per 32mila sterline da parte di Lord Waheed Alli e circa 3mila euro di occhiali. Senza contare poi biglietti gratuiti per partite di calcio, concerti e vacanze.
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La vicenda, che ha coinvolto anche altri membri del governo, ha scatenato un forte sentimento di indignazione tra gli inglesi, anche perché i laburisti erano arrivati al potere dando lezioni di vita e stigmatizzando la corruzione e gli scandali dei conservatori. A indignare soprattutto il fatto che chi avrebbe regalato questi omaggi avrebbe poi ricevuto dei favori in cambio, come il libero accesso a Downing Street e la possibilità di influenzare le nomine governative. Il malcontento nei confronti di Starmer e del suo governo è particolarmente evidente nei sondaggi. Basti pensare che dal giorno delle elezioni la popolarità del premier è crollata di 50 punti. I laburisti come partito invece sono scesi sotto il 30%, con soli 5 punti di vantaggio sui conservatori.
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