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Kursk, la carneficina di soldati russi: come vengono massacrati a migliaia nel fiume Seym

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Il "diversivo" Kursk si sta trasformando in una guerra vera e propria in territorio di Russia, con le truppe ucraine che stanno mettendo migliaia di soldati di Mosca nel sacco. Anzi, nella "sacca" del fiume Seym, scenario perfetto per blitz e incursioni tanto rapide quanto spettacolari e sanguinose.

Come ricostruisce anche il Corriere della Sera, nelle ultime settimane si sono susseguite operazioni ad alto impatto da parte degli incursori ucraini, qualcosa di molto più profondo e impattante di semplici "manovre di disturbo", nate lo scorso agosto con l'obiettivo in parte riuscito di togliere risorse umane e militari dal fronte principale del conflitto iniziato nel febbraio del 2022, quello del Donbass.

 

 

 

Nella contro-invasione della regione di confine del Kursk, gli uomini del presidente Volodymyr Zelensky sono riusciti a imbottigliare i soldati russi nelle impetuose correnti del Seym: "Per tre volte l’Armata di Mosca ha cercato di buttare dei pontoni galleggianti per liberarli dalla sacca e per tre volte (ci sono i video) ponti, veicoli e uomini sono stati bombardati e distrutti".

Questi scontri potrebbero rappresentare un precedente assai pesante: "A guardare le immagini - scrive l'inviato del Corsera Andrea Nicastro - sembra siano stati usati missili a frammentazione che, nonostante siano vietati dalle Convenzioni internazionali, sono stati forniti dagli Stati Uniti come dote ai famosi Atacms a lunga gittata. Gli Atacms di cui discutono le cancellerie internazionali, infatti, sono già usati contro il territorio russo, ma non in profondità, solo nel raggio di 90 chilometri". La richiesta di Kiev di poter utilizzarli a 300 chilometri è al centro delle contese diplomatiche tra Mosca e la Nato, con il presidente russo Vladimir Putin che ha parlato esplicitamente di una "guerra tra la Russia e i paesi membri dell'Alleanza" nel caso di utilizzo sul territorio russo dei missili forniti dall'Occidente a Kiev. 

 

 

 

Nel frattempo, però, il Cremlino deve risolvere il rebus Kursk e alla svelta, perché nella sacca creata dalla rapida manovra ucraina "ci sarebbero dai 3 ai 6 mila russi", sottolinea ancora il Corsera, e nella regione le truppe russe nel giro di poche settimane sono salite da 11mila a 40mila, "la maggior parte spostata dal Donbass".

 

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