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Missili a lungo raggio contro la Russia, "gruppo più ampio": cosa sta per succedere

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Frenata, forse solo momentanea, sul via libera all'uso sul territorio della Russia dei missili a lungo raggio forniti dall'Occidente all'Ucraina. Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e il primo ministro britannico Keir Starmer hanno sì riaffermato il loro sostegno all'Ucraina, ma hanno lasciato Kiev sulle spine non annunciando una decisione sul vero tema caldo sul tavolo. Uno scenario su cui si è già espresso il presidente russo Vladimir Putin: "In quel caso, i paesi membri della Nato entrerebbero in guerra con Mosca".

Le aspettative erano alte per l'incontro tra i due leader, ma alla fine non ha prodotto l'annuncio sperato da Kiev. Starmer e Biden hanno rinviato dunque la decisione sui missili. Il premier britannico ha detto ai giornalisti alla Casa Bianca di aver avuto una "ampia discussione sulla strategia" con Biden, ma che "non si trattava di un incontro su una particolare capacità". Prima dell'incontro, i funzionari avevano detto che Starmer avrebbe fatto pressione su Biden affinché sostenesse il suo piano di inviare missili britannici Storm Shadow all'Ucraina per colpire più in profondità la Russia. Anche se Washington aveva già avvertito che non si aspettava alcun annuncio importante. Il leader laburista ha indicato che lui e Biden discuteranno il piano all'Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York la prossima settimana "con un gruppo più ampio di persone". 

In precedenza, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky aveva accusato i suoi alleati occidentali di avere "paura" di sollevare la possibilità di abbattere droni e missili russi in Ucraina, in un momento in cui il suo Paese sta affrontando un aumento degli attacchi aerei. Ha anche annunciato che incontrerà Biden questo mese per presentargli "un piano per la vittoria" dell'Ucraina. "Gli Stati Uniti si impegnano a stare al vostro fianco per aiutare l'Ucraina a difendersi dall'aggressione russa", ha detto Biden ricevendo Starmer alla Casa Bianca. "Non penso molto a (Vladimir) Putin", ha aggiunto in risposta a una domanda sulle minacce del presidente russo di una possibile guerra tra Russia e Nato.

Putin ha detto giovedì che consentire all'Ucraina di attaccare il territorio russo con missili a lungo raggio equivale a "far si' che i paesi della Nato siano in guerra con la Russia". "I prossimi mesi e settimane potrebbero essere decisivi" in Ucraina, aveva avvertito Starmer. Zelensky chiede ai suoi alleati di permettergli di attaccare obiettivi militari sul suolo russo considerati "legittimi", come le basi aeree da cui decollano gli aerei che bombardano l'Ucraina. Finora, l'Occidente, guidato dagli Stati Uniti, ha resistito perché teme che la Russia la veda come una escalation. Biden ha dichiarato che gli Stati Uniti stanno "lavorando" per autorizzare l'Ucraina a utilizzare missili a lungo raggio contro la Russia. Attualmente consente a Kiev di colpire obiettivi russi solo nelle aree occupate dell'Ucraina e in alcune regioni di confine russe direttamente collegate alle operazioni di combattimento.

Secondo la stampa britannica, Biden è disposto a consentire all'Ucraina di schierare missili britannici e francesi utilizzando la tecnologia statunitense, ma non i missili statunitensi stessi per paura di una guerra nucleare. Il servizio di sicurezza russo (FSB) ha annunciato ieri di aver ritirato l'accreditamento di sei diplomatici dall'ambasciata britannica a Mosca con l'accusa di spionaggio. Queste accuse sono "totalmente infondate", ha risposto il Foreign Office britannico. Ieri, il capo della diplomazia statunitense, Antony Blinken, ha denunciato le attività destabilizzanti del media russo RT, che considera diventato "braccio de facto dell'apparato di intelligence russo". 

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