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Putin, jet come scorta e un'intera foresteria: le folli richieste dietro al "crac" con la Turchia

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Caccia come scorta e una foresteria governativa a disposizione: queste le due richieste che il presidente russo Vladimir Putin ha avanzato alla Turchia come condizioni necessarie per la sua visita ad Ankara. La missione, annunciata a partire dalla fine del 2023, è sempre stata rimandata proprio perché le condizioni poste dallo zar non sarebbero proprio facili da soddisfare, stando a quanto riportato dal sito Middle East Eye, che ha citato fonti coinvolte nei negoziati.

Per quel che riguarda i caccia, Putin vorrebbe essere scortato in volo da aerei da combattimento russi, come già successo lo scorso dicembre, quando volò negli Emirati Arabi Uniti accompagnato dai caccia Su-35. Una richiesta insolita secondo due ex ambasciatori turchi: "Il governo turco potrebbe inviare aerei da combattimento per scortare i capi di Stato stranieri come gesto di buona volontà. Tuttavia, non ricordo nessuna visita in cui i capi di Stato stranieri avrebbero voluto portare con sé i jet da combattimento del loro Paese”. Il rischio è che la Nato possa percepire i jet russi come obiettivi nemici. Di qui la ritrosia di Ankara.

Per quel che riguarda la foresteria governativa, invece, il leader del Cremlino ha chiesto che venga messa a sua disposizione perché a suo dire non sarebbe sicuro alloggiare in nessuno dei tre principali alberghi di Ankara, ovvero Hilton, Sheraton e JW Marriott. Il motivo? Sono tutti di proprietà statunitense. L'ostacolo, però, potrebbe essere aggirato se il presidente russo decidesse di ripartire in giornata. L'ipotesi più verosimile al momento è che lo zar incontri il presidente turco Recep Tayyip Erdogan la prima settimana di ottobre, a dieci anni dalla sua ultima visita ad Ankara. Sembra però difficile raggiungere un compromesso in tempi utili.

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