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Afd, il paesino in Turingia dove i sovranisti volano al 59%

Daniel Mosseri
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Niederbösa la bulgara, ossia il paesino tedesco dove sei elettori su dieci hanno votato per AfD. Il 59,4 per cento per essere precisi scrive la Frankfurter Allgemeine che ha mandato una sua inviata in questa terra inesplorata. Partendo da Erfurt, la capitale del Land Turingia, bisogna guidare per tre quarti d’ora. Quando arrivi nel paese da 119 anime, scrive la giornalista della Faz, non fai fatica a trovare il sindaco. Anzi ti viene lui subito incontro. 41 anni, borgomastro apartitico da otto, Maik Steinacker snocciola subito i dati salienti sulle regionali di domenica scorsa a Niederbösa. Aventi diritto: 98; nessuno voto per i Verdi, uno per i Liberali, due per i socialdemocratici (Spd), quattro per i rosso-bruni (Bsw), otto per la Cdu, nove per i socialcomunisti (Die Linke) e 38 per AfD. 

«Ma come?», chiede Leonie Feuerbach, «perché così tanti voti per un estremista come Björn Höcke (il leader di AfD in Turingia, ndr) che vorrebbe una Germania senza milioni di tedeschi di origine straniera?». Il sindaco tentenna: «Non riesco a spiegarmelo con chiarezza». Poi spiega che in paese ci sono due associazioni sportive e una di appassionati di vecchi motorini made in Ddr. In campagna elettorale il candidato Cdu si è fatto vedere alle festa dei motorini, quello di AfD no. Eppure, ha «stravinto». 

E allora? Allora, ha un sussulto il sindaco, fra Niederbösa e Sondershausen – la megalopoli a 30 chilometri di distanza forte di 21.183 abitanti – non c’è una corriera diretta. Per cui chi riesce a fissare un appuntamento dal medico a Sondershausen, «e anche i medici sono in diminuzione», perde tutta la giornata. Così quando è tempo di votare, protesta. Passa un locale, il sindaco lo chiama, li conosce tutti. «Lui ha votato AfD». Si chiama Ronny e ha un sidecar. Il suo contributo è: «Mi sembra impossibile che Mario Voigt, candidato di punta della Cdu in Turingia, si rifiuti di parlare con Höcke, che pure ha vinto le elezioni. È una mancanza di rispetto!». L’estrema destra? Per Ronny, 46 anni, impiegato come camionista e “attacchino” free lance, «quella era l’Npd», dice citando una nota formazione neonazista, «l’AfD è un partito del tutto normale». Non la pensa così Corina che si dice pronta ad andarsene se i sovranisti andranno al governo a Erfurt.

 

A leggere tutto l’articolo, nessuno dei “niederbosini” intervistati ha l’aria dell’estremista. Piuttosto sono anziani isolati del mondo e parecchio arrabbiati con un ovest che con la sua libertà di esprimersi e di spostarsi ha messo a nudo il problema di Niederbösa: il vuoto. Nel 1994 nel villaggio c’erano 154 abitanti, 152 nel 2003, 132 nel 2013 e 119 oggi. Un calo di oltre il 20% in 20 anni. Un male diffuso: fra il 1949, anno di fondazione della Ddr, e il 1961, anno di costruzione del Muro, dalla Germania est erano già scappati in oltre 2 milioni. Solo dopo il 1990 si sono trasferiti all’ovest 1,5 milioni di tedeschi dell’est. Così, fra il 1950 e il 1990 la popolazione all’ovest è passata da 51 a 63 milioni mentre all’est è scesa da 18,4 a 16,4 milioni. Un calo senza fine: nel 2023 gli Ossi erano scesi a quota 12,6 milioni mentre iWessi sono saliti a quota 68,3 milioni. Con l’aggravante che verso ovest si sono spostati soprattutto gli under 35, con il conseguente avvitamento del tasso di fertilità all’est. 

In una intervista con Repubblica, la co-leader di AfD Alice Weidel ha respinto come «infondate» le accuse al suo partito di essere radicale, fascista o estremista. Antidemocratici, ha spiegato, semmai sono gli altri partiti che si rifiutano di parlare con AfD, votata da quasi un Ossi su tre, che mettono AfD sotto la lente dei servizi segreti che loro stessi guidano come ministri degli Interni e poi competono nelle urne contro AfD. «E gli elettori gli hanno presentato il conto, per questo. E noi speriamo che Höcke possa cambiare i destini della Turingia in meglio». Weidel ha anche rispolverato la ricetta della Dexit, l’uscita della Germania dall’Ue come toccasana per far ripartire la Repubblica federale. «La Dexit per noi è un’ultima ratio. La Germania, per sopravvivere, non ha bisogno della Ue. La Ue, al contrario, ha bisogno della Germania.

 

La Ue dovrebbe comportarsi di conseguenza. Solo a queste condizioni un’uscita della Germania dall’Ue non si renderà necessaria». Tutto legittimo, discutibile e contestato dai principali istituti di ricerca economica. Ma dell’inesorabile calo demografico nei Länder, ragion per cui da Niederbösa non passa la corriera, neppure Frau Weidel ha parlato.

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