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Il laburista "Starmenov" non regge lo sguardo della lady di ferro e toglie il suo ritratto

Giovanni Longoni
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Siamo nani sulle spalle di giganti, diceva, già nel XII secolo, Bernardo di Chartres. Non tutti oggi la pensano così: c’è anche chi sembra un nano, sì, ma sotto le ascelle dei titani. Per esempio, il laburista Keir Starmer, approdato da meno di due mesi al numero 10 di Downing Street, soprattutto per i demeriti degli avversari.

Come prima mossa ha fatto rimuovere un quadro che ritraeva a figura intera un suo augusto predecessore, Margaret Thatcher. Il dipinto era appeso nell’ex studio dalla Lady di Ferro, in quella che è ufficiosamente nota come la “Thatcher Room”. Lo ha raccontato Tom Baldwin, autore della biografia di Starmer uscita a febbraio, un libro di quasi 450 pagine, impresa questa sì titanica. Il giornalista ed ex consigliere del partito laburista, intervenendo a un evento organizzato dal festival letterario Aye Write di Glasgow, ha raccontato che insieme al premier erano seduti nell’ex ufficio dalla Thatcher «e io gli faccio: “È un po’ inquietante che lei ti fissi dall’alto in basso, non pensi?”. Starmer ha risposto di sì e quando gli ho chiesto se si sarebbe sbarazzato del quadro, il primo ministro ha annuito». «E lo ha fatto davvero», ha concluso Baldwin.

 

 

 

L’aneddoto è piciuto molto in Scozia anche se a dire il vero il ritratto in questione, opera di Richard Stone, era stato commissionato proprio da un premier laburista e scozzese, Gordon Brown. Succeduto a Tony Blair nel 2007, Brown aveva invitato la Thatcher a prendere un tè a Downing Street e in quella occasione le aveva comunicato che intendeva commissionare il dipinto. L’opera d’arte, costata 100mila sterline e finanziata da un donatore anonimo, ritrae la Thatcher con gioielli e bottoni della giacca scelti appositamente dalla donna che rilanciò la Gran Bretagna e, con Ronald Reagan, anche il mondo politico liberal-conservatore.

Il sito The art newspaper ha indagato sul destino del ritratto. Downing street non commentato, mentre l’autore, Richard Stone, non si è scomposto: tipico dei quadri è di venire spostati. Jacqui Smith, ministra dell’istruzione, ha infatti affermato che il dipinto rimarrà comunque al numero 10. Resta il fatto che Sir Keir lo ha fatto rimuovere e la cosa ha provocato una tempesta di critiche da parte conservatrice. «Starmer ha un problema con le donne», ha ironizzato l’account ufficiale del partito. «Vendicativo e meschino» ha commentato la baronessa Foster. «Mossa meschina» anche secondo Rees-Mogg.

Dura Priti Patel: «È in carica da 56 giorni e non fa che nascondersi dietro i ritratti di una grande donna conservatrice». Il bello è che Starmer, come altri leader laburisti moderati (cioè tutti tranne Corbyn), della Thatcher ha stima, almeno a parole. Nel dicembre scorso ne aveva tesssuto le lodi sul Telegraph.

Ma quello sguardo, in effetti, non si può reggere se sei Keir Starmer. Perché c’è dentro tutta l’etica del lavoro di Maggie, la laureata in chimica a Oxford: «Lavora sempre più duramente, alza l’asticella ogni volta di più, non arrenderti mai». Il suo successore di sinistra invece è noto mondialmente perché ancor prima di entrare in carica ha fatto sapere che avrebbe osservato il weekend lungo: niente lavoro dal tramonto di venerdì (causa moglie ebrea, altra gonnella dietro cui si nasconde Keir). È di ieri l’annuncio che l’esecutivo labour intende concedere ai lavoratori la settimana di quattro giorni. A parità di ore, al momento, ma sembra il primo passo verso l’istituzione della Settimana Starmer. L’opposto di Stakanov: Starmerov. E poi non ci si stupisca che non regga quello sguardo...

 

 

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