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Pavel Durov arrestato a Parigi: scoppia un caso internazionale, chi è il fondatore di Telegram

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Pavel Durov, fondatore di Telegram, è stato arrestato a Parigi, all’aeroporto di Le Bourget, al suo rientro dall’Azerbaigian, dove si sospetta che possa aver incontrato il presidente russo, Vladimir Putin. È quanto riferiscono i media francesi. Nato a Leningrado (oggi San Pietroburgo), il 10 ottobre 1984, Durov ha lasciato da tempo la Russia e vive negli Emirati aarabi Uniti, Paese di cui ha la cittadinanza. L’imprenditore ha anche la cittadinanza francese e l’ordine d’arresto, emesso dalle autorità transalpine, è stato eseguito non appena egli ha messo piede sul suolo della Francia.

Le sue proprietà nel Paese sono sottoposte attualmente a perquisizioni. Dopo l’arresto di ieri, la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zacharova, ha pubblicato sul suo canale Telegram una lista di 26 Ong occidentali che nel 2018 chiesero alle autorità russe di "smettere di creare ostacoli" al lavoro di Telegram, dopo la decisione del tribunale russo di bloccare la piattaforma.

"Il primo luglio 2018 è entrata in vigore in Russia la legge Yarovaya, che obbliga i fornitori di servizi di telecomunicazione a conservare per sei mesi le registrazioni dei messaggi telefonici e del traffico Internet dei loro clienti, nonchè le chiavi per decifrare la corrispondenza degli utenti da fornirle al Servizio federale per la sicurezza della Federazione russa (Fsb) su richiesta", ha spiegato Zacharova. "Ci sono stati reclami legislativi contro Telegram, che esisteva in molti Paesi a causa dei parametri tecnici del sistema di crittografia", ha proseguito sottolineando che le 26 Ong occidentali hanno chiesto alle autorità russe di "smettere di creare ostacoli al lavoro di Telegram" rivendicando la "protezione dei diritti fondamentali della libertà di espressione e della privacy". Tuttavia "Durov è rimasto latitante per tutto questo tempo, continuando a sviluppare Telegram. Che ne dite? Stavolta si rivolgeranno a Parigi e chiederanno il rilascio di Durov, o ingoieranno la lingua?", ha concluso la Zacharova, con riferimento ai diplomatici russi sono già al lavoro sul caso della detenzione di Durov in Francia.

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