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Trump e il vetro antiproiettile: così hanno ingabbiato la libertà

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Trump parla dietro un vetro antiproiettile No, non è tutto normale. Né dobbiamo inconsapevolmente permettere – ingurgitando una goccia di veleno al giorno – che ci facciano abituare a una “nuova normalità” fatta di situazioni inaccettabili, estreme, intrinsecamente discriminatorie. Prendete la cronaca politica americana di questi giorni. Da un lato, c’è la sfavillante convention democratica a Chicago, accompagnata – sui media al di là e al di qua dell’Atlantico – da un autentico coro di voci bianche. Il Corrispondente Collettivo è in estasi, l’Editorialista Unificato è eccitatissimo, ormai ridotti a vere e proprie majorettes dem, a cheerleaders dell’obamismo. Come vi spiega oggi su Libero un eccellente articolo di Giovanni Sallusti, è tutto un rimbalzare delle parole «gioia» e «gioioso». In altri termini: bisogna sorridere con santa Kamala, omaggiare il santone Obama, partecipare a una festa, perché tale sarebbe – ci spiegano – una nuova vittoria dei democratici. (...)

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