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Trump chiama Musk: "Un posto per te nel governo", "Pronto a servire"

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"Sono pronto a servire". Donald Trump chiama Elon Musk e il patron di Tesla e X risponde presente. Una clamorosa connection scuote l'America ed è destinata a condizionare, in un modo o nell'altro, questi mesi che separano gli Stati Uniti dalle cruciali elezioni presidenziali di novembre. 

Mentre alla convention democratica di Chicago Joe Biden lancia formalmente la candidatura della sua vice-presidente Kamala Harris alla Casa Bianca, con un discorso accorato zeppo di commozione, velenosi riferimenti a Barack Obama (l'uomo che con Nancy Pelosi lo ha di fatto costretto a ritirarsi) e insulti allo stesso Trump (definito un "perdente"), Trump ha deciso di lanciare nello stagno social e politico un sasso grosso come un macigno. 

L'ex presidente degli Stati Uniti, candidato repubblicano e secondo la maggior parte dei sondaggi favorito per la vittoria alle urne in autunno, intervistato dall'agenzia Reuters, ha detto che se rieletto offrirebbe a Musk, fondatore di Tesla e attuale proprietario di X, un ministero o un ruolo di consigliere. Una boutade? Una provocazione? Non priorio.

A stretto giro di posta, lo stesso Musk si è infatti detto "pronto a servire" il paese qualora gli venisse offerto un incarico. Il proprietario di X ha pubblicato proprio sul "suo" social una foto che lo ritrae al microfono di un palco con su scritto "dipartimento per l'efficienza del governo" sotto il messaggio "pronto a servire". Nuove materiale per le furiose polemiche che da sinistra hanno già investito da tempo X e Musk, con esponenti di spicco del progressismo europeo come il "macroniano d'Italia" Sandro Gozi che nelle ultime ore ha già rilanciato con entusiasmo l'ipotesi di chiusura di X. 

 

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