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Matthew Perry, l'ultima richiesta: "Regina della ketamina, dammi una dose forte"

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È passato quasi un anno da quel tragico 28 ottobre, il giorno della morte per overdose di Matthew Perry. "La dipendenza è come una pistola sempre carica", diceva l'ex star di Friends. Secondo il procuratore Martin Estrada, in ottale sarebbero cinque persone che, in un modo o nell'altro, hanno contribuito alla scomparsa dell'attore. Lo scorso 15 agosto sono state arrestati due sospettati. Si tratta del dottor Salvador Plasencia, accusato di aver procurato e somministrato ketamina al divo del cinema. E poi Jasveen Sangha, alias "Ketamine Queen", sospettato invece di essere la spacciatrice.

Le altre tre persone, incriminate, hanno patteggiato dopo aver ammesso la loro colpevolezza su diversi reati collegati alla morte dell'attore. Tra questi c'è anche un altro medico e Kenneth Iwamasa, assistente di Perry. E proprio quest'ultimo avrebbe somministrato all'attore l'iniezione fatale. "Dammi una dose forte", pare che fosse l'ultima richiesta di Matthew Perry prima di spirare. 

 

 

L'attore era stato ritrovato nella sua vasca idromassaggio mentre galleggiava senza vita. In teoria la causa della morte sarebbe l'annegamento. In pratica, il divo del cinema - come ha rilevato l'autopsia - avrebbe perso i sensi dopo aver assunto gli stupefacenti.  L’attore aveva assunto dosi smodate di ketamina, paragonabili a un’anestesia generale. Nel 2023 Perry seguiva una terapia (legale) per la depressione che prevedeva anche iniezioni di quella sostanza, ma l’ultima seduta risaliva a dieci giorni prima. L’anestetico, inoltre, gli veniva somministrato solo sotto controllo medico, e in dosi più basse. Incompatibili con la sua morte, apparsa ben presto sospetta.

 

 

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