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Kursk, perché potrebbe essere una trappola di Putin agli ucraini

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L'offensiva ucraina nella regione di Kursk e Belgorod, condotta con rapidità e - almeno fino ad ora - successo, ha creato sconcerto tra le forze militari russe, che non si aspettavano un'infiltrazione così efficace. Vladimir Putin, da par suo, a livello pubblico ignora completamente la vicenda: per lo zar - che le cronache suggeriscono essere furibondo - l'avanzate nei suoi confini par non esistere.

E per cercare di ridimensionare gli effetti psicologici di questo attacco, i media russi hanno avanzato l'ipotesi che l'invasione ucraina fosse in realtà una trappola orchestrata proprio da Putin. Ma tra realtà e propaganda, quali potrebbero essere i reali vantaggi per la Russia derivanti da questa operazione?

L'offensiva ucraina sta ottenendo risultati militari e strategici significativi. Tuttavia, i media russi, come prevedibile, offrono resoconti differenti. L'agenzia di stampa del Cremlino, Ria Novosti, come accennato ha suggerito che l'incursione di Kursk fosse una trappola per le forze ucraine, una strategia orchestrata da Mosca per ribaltare la situazione a proprio favore. Anche Tsargrad, un'altra emittente pro-Cremlino, ha affermato che gli ucraini erano "caduti in una trappola", subendo perdite significative. Al netto di tutto ciò le cronache danno conto di un'avanzata, quella delle forze di Volodymyr Zelensky, che non sarebbe ancora stata fermata: poche ore fa il premier ucraino ha reso nota la conquista della città di Duzha.

Eppure, è possibile che la Russia possa trarre alcuni vantaggi da questa situazione. Il punto è che non lo sostengono soltanto i media organici al Cremlino, ma anche Michael A. Witt, professore di economia e strategia internazionale, il quale ha evidenziato i rischi per l'Ucraina, tra cui l'eventualità di un'eccessiva dispersione delle risorse e la perdita di personale prezioso. Questi fattori potrebbero essere sfruttati da Putin come pretesto per intensificare ulteriormente il conflitto.

Inoltre, l'invasione di Kursk potrebbe essere utilizzata per alimentare la narrazione di Putin secondo cui la Russia è sotto minaccia occidentale, rafforzando il sostegno interno alla guerra. E non solo: puntare il dito contro l'Occidente permetterebbe a Putin di alzare la posta, di arrivare a ulteriori escalation e, magari, alla "soluzione nucleare". Insomma, a più di dieci giorni dall'inizio dell'invasione restano molti dubbi, molti capitoli ancora da chiarire e da scrivere. Soltanto in futuro potrà essere ponderato il vero impatto dell'azione militare ucraina in territorio russo.

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