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Kursk, il Cremlino: "Regione colpita con razzi Himars". Putin, silenzio tombale sull'invasione

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La controffensiva dell'Ucraina in territorio russo prosegue. E nella notte tra venerdì 16 e sabato 17 agosto le forze di Kiev hanno sferrato un nuovo attacco nella regione di Kursk. Secondo quanto riferito dal ministero degli Esteri russo, l'Ucraina avrebbe utilizzato dei missili di produzione occidentale, "probabilmente degli Himars statunitensi", per distruggere un ponte sul fiume Sejm. E ancora, il ministero aggiunge che l'attacco avrebbe causato la morte di alcuni volontari impegnati nell'evacuazione dei civili.

Il punto fondamentale, ovviamente, sta nel fatto che i razzi, per il Cremlino, sarebbero statunitensi. E proprio su questo insiste Maria Zakharova, portavoce del dicastero: "Per la prima volta, la regione di Kursk è stata colpita da missili di fabbricazione occidentale, probabilmente degli Himars statunitensi", ha affermato la Zakharova su Telegram. "Come risultato dell'attacco al ponte sul fiume Sejm, nel distretto di Glushkovo, è stato completamente distrutto e i volontari che stavano assistendo la popolazione civile evacuata sono stati uccisi". Puntare il dito contro Usa e occidente, per la Russia, è funzionale nell'ottica di giustificare rappresaglie e future escalation.

E in tutto ciò, che fine ha fatto Vladimir Putin? Come sempre lo zar nei momenti di crisi, nei momenti più difficili, è assai restio al mostrarsi in pubblico. Alla vigilia - ieri, venerdì 16 agosto -, nel corso della riunione con i suoi fedelissimi, Putin si è mostrato sicuro e tranquillo. Si celebrava il Consiglio di sicurezza e lo zar ha voluto discutere soprattutto di "nuove soluzioni tecniche" da sfruttare contro l'Ucraina in territorio ucraino. Nel corso della riunione, Putin non avrebbe minimamente accennato all'invasione degli ucraini, allo sconfinamento in territorio russo nelle regioni di Kursk e Belgorod, una vicenda che ormai prosegue da oltre dieci giorni.

Un silenzio, quello di Putin, che altro non fa ulteriormente crescere la rabbia dei cittadini dei territori invasi. Come spiega il Corriere della Sera, a Kursk la situazione è tesissima: per cercare di respingere le forze di Kiev, sono stati dislocati molti ragazzi di leva senza un'adeguata preparazione militari. Inizialmente erano soltanto voci, poi le conferme sono arrivate da video, fotografie, nomi e cognomi dei ragazzi di cui non si sa più nulla. Così come non ne parlano i media russi, impegnati soltanto nel racconto dell'"operazione militare speciale" in Ucraina, che stando alla narrazione controllata dal Cremlino starebbe proseguendo nel migliore dei modi possibili.

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