Vladimir Putin? "Mai visto così furioso": le conseguenze dell'avanzata dell'Ucraina
Alexander Dugin dice di non aver mai visto Putin «così infuriato». Zelensky fa della pesante ironia sul significato jettatorio che il nome Kursk avrebbe per Putin. «Possiamo vedere cosa sta succedendo con la Russia sotto Putin: 24 anni fa si è verificato il disastro di Kursk, l’inizio simbolico del suo governo». Alllusione all’affondamento del sottomarino russo con questo nome, in cui morirono i 118 membri dell'equipaggio. «E ora è chiaro quale sarà la fine per lui. Anche Kursk. Il disastro di questa guerra», ha detto il presidene ucraino, che fino a lunedì non aveva fatto esplicito riferimento all’operazione offensiva iniziata martedì della scorsa settimana.
In effetti, a una settimana dall’inizio dell’offensiva invece di femarsi la sua portata si allarga. Sono 28 le località sotto controllo degli attaccanti, ammette il governatore di Kursk; 74 secondo Zelensky. Dopo i primi 180.000 russi evacuati, anche le autorità del distretto Bolshesoldatski avrebbero dato ordini in tal senso. Si tratta di un territorio vicino alla città di Kurchatov, che ospita la centrale nucleare di Kursk, e al capoluogo della regione, che conta circa 430.000 abitanti. Il governatore di Kursk dice che saranno portati nelle regioni ucraine occupate. Il comando ucraino ha parlato di 1000 Km2 occupati; France-Presse ridimensiona un poco, ma sarebbero comunque 800Km2.
SITUAZIOINE INSTABILE
In un briefing quotidiano il Ministero della Difesa russo ha affermato di aver «sventato i tentativi di gruppi mobili nemici con veicoli blindati di penetrare in profondità nel territorio russo» intorno a diversi villaggi. Tuttavia, l’Institute for the Study of War, un think tank con sede a Washington particolarmente apprezzato per le sue analisi sulla guerra, ha osservato nel suo ultimo rapporto che le forze russe sono ben lontane dallo stabilizzare la situazione. Il rapporto cita valutazioni effettuate dagli stessi esperti militari russi.
Kiev, d’altro canto, ha assicurato che non intende «annettere» i territori russi. «A differenza della Russia, l’Ucraina non ha bisogno delle proprietà straniere. L'Ucraina non vuole annettere alcun territorio nella regione di Kursk, ma vuole proteggere la vita del suo popolo», ha detto il portavoce del ministero degli Esteri ucraino Georgiy Tykhy, aggiungendo che «le azioni ucraine sono assolutamente legittime».
REAZIONE SCOMPOSTA
L’operazione ucraina si svolge in assoluta segretezza e i suoi obiettivi rimangono poco chiari. La straordinaria manovra, che ha colto di sorpresa le forze del Cremlino, contrasta gli sforzi incessanti della Russia negli ultimi mesi per perforare le difese ucraine in punti selezionati lungo la linea del fronte nell’Ucraina orientale. Lunedì Putin ha affermato che l'incursione è un tentativo di Kiev di fermare l'offensiva di Mosca nella regione ucraina del Donbas orientale e di guadagnare peso nei possibili futuri colloqui di pace. A pure detto che l’Ucraina sperava di provocare disordini in Russia, ma non ci è riuscita, e ha anzi il numero di volontari da arruolare nell’esercito russo è aumentato a causa dell’assalto. Ha pure affermato che le forze russe proseguiranno comunque la loro offensiva nell’Ucraina orientale. Ma Dmytro Lykhoviy, portavoce delle forze armate di Kiev citato dalla testata statunitense Politico, afferma che la Russia avrebbe ritirato alcune unità dalle regioni di Zaporizhzhia e Kherson, nell'Ucraina meridionale, per farle rientrare nel proprio territorio e cercare di respingere le incursioni ucraine.
I combattimenti in Russia hanno pure riacceso la questione se l’Ucraina sta utilizzando armi fornite dai membri della Nato, alcuni dei quali temono una escalation. Anche l'Italia. Sebbene non sia chiaro quali armi l’Ucraina stia utilizzando oltre confine, i media russi hanno ampiamente riportato la presenza di veicoli corazzati di fanteria americani Bradley e tedeschi Marder. L’Ucraina ha comunque già utilizzato armi americane per attaccare la Russia. Da parte sua, il portavoce del Ministero della Difesa tedesco, Arne Collatz, ha dichiarato lunedì che gli esperti giuridici concordano sul fatto che «il diritto internazionale prevede che uno Stato che si difende si difenda anche nel territorio dell'aggressore. Questo è chiaro anche dal nostro punto di vista». «Putin non vuole le incursioni? Lasci l'Ucraina», commenta la Casa Bianca.