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Usa, iconografia della campagna elettorale: il realismo per Trump e il concettuale per Kamala

Nicoletta Orlandi Posti
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Non prendere posizione non significa essere superiori, ma piuttosto essere pronti a scegliere qualunque parte sia conveniente in quel momento. Non prendere posizione significa semplicemente allinearsi con chi offre maggiori vantaggi in un dato momento. È per questo che la comunità degli artisti americani - in questa campagna elettorale per le presidenziali che sta infuocando giorno dopo giorno - si è divisa. Da una parte c'è chi mette a disposizione il proprio talento per celebrare "The Donald" e chi sta raccogliendo fondi per Kamala.  Come potrebbe essere altrimenti? Gli Stati Uniti si trovano a un bivio senza precedenti. La democrazia americana, vecchia di quasi 250 anni, è sotto l’assedio di nemici stranieri e nazionali, e i risultati delle elezioni presidenziali di novembre ne plasmeranno per sempre il futuro. È qui che l’arte incontra l’attivismo con l'obiettivo di ridefinire e ricontestualizzare concetti come libertà e giustizia sui quali i due schieramenti in campo non si trovano assolutamente d'accordo. 

 

Il potere trascendentale e trasformativo dell’arte è una parte necessaria per un cambiamento politico e sociale. Con così tanta posta in gioco, gli artisti usano il loro lavoro come un’estensione della propria partecipazione civica e le loro piattaforme social come influencer culturali. Da una parte, artisti progressisti come Shepard Fairey e Carrie Mae Weems mobilitano le masse per difendere la democrazia e i diritti civili; dall'altra, artisti conservatori come Scott LoBaido e Jon McNaughton celebrano e promuovono i valori tradizionali e patriottici sostenuti da Donald Trump.


Le opere di LoBaido, dai colori vivaci e uno stile realistico, raffigurano spesso il tycoon come un personaggio eroico con simboli patriottici come la bandiera americana e i soldati. Anche McNaughton è un pittore conservatore che ha creato numerose opere a favore di Trump. Il suo dipinto "The Masterpiece" raffigura il magnate mentre dipinge un ritratto dell'America, circondato da figure storiche che hanno plasmato la nazione. Un'altra opera, "National Emergency", mostra Trump in piedi al confine degli Stati Uniti, proteggendo il paese dalle minacce esterne. Anche le sue opere sono ricche di simbolismo e spesso includono riferimenti alla storia americana e ai valori conservatori. Sostenitore convinto del candidato repubblicano, Julian Raven è un artista britannico naturalizzato americano che ha creato un grande ritratto di Trump intitolato "Unafraid and Unashamed", che è stato esposto in varie città per mostrare il suo sostegno all'ex presidente. Raven ha raffigurato il candidato repubblicano in una posa imponente, con uno sguardo determinato includendo simboli patriottici come l'aquila e la bandiera americana. Raven utilizza uno stile realistico per catturare l'essenza di Trump come leader forte e deciso.

 

Kamala Harris, da parte sua, può contare su Artists For Democracy 2024, un progetto al quale hanno aderito artisti di fama mondiale come Shepard Fairey, Carrie Mae Weems, Beverly McIver, Titus Kaphar, Wangechi Mutu, Cindy Sherman, Hank Willis Thomas, Jeffrey Gibson, Ann Hamilton e altri che stanno creando opere per parlare dell’attuale situazione, per mobilitare gli elettori a recarsi alle urne contro Trump e per abbattare l'astensionismo che lo favorirebbe. Dal suo lancio a inizio aprile (una conversazione di dieci minuti sulla rete MSNBC tra Shepard Fairey e la conduttrice televisiva Rachel Maddow) la campagna continua a dare priorità alla raccolta fondi per un impegno pubblico multipiattaforma, dai cartelloni pubblicitari ad altri mezzi di comunicazione, continuando a esortare le persone ad andare a votare.  La mission di questi artisti è quella di usare le opere per dare la voce a chi non ce l'ha e per fare rumore. 

 

Shepard Fairey, lo street artist divenuto famoso a livello mondiale nel 2008 per il ritratto Hope di Barack Obama, è il portavoce del gruppo e ha già contribuito con quattro nuove opere in cui si leggono messaggi come "defend democracy against fascism" (difendi la democrazia dal fascismo). L'ultima ritrae il produttore televisivo Norman Lear, morto nel dicembre 2023 all’età di 101 anni. Si tratta di un omaggio alla sua vita, alla sua eredità e alla fondazione di Pfaw, più di 40 anni fa, per contrastare l’estremismo di destra e difendere le libertà fondamentali stabilite dalla Costituzione degli Stati Uniti. L’obiettivo di Lear, volto a utilizzare le arti e l’intrattenimento per influenzare la politica e la cultura, è oggi più rilevante che mai.

 

E poi c'è Nan Goldin. Fotografa e attivista conosciuta per il suo lavoro che esplora temi sulla sessualità, le dipendenze, la violenza di genere ha sostenuto Biden, e ora Harris, contro Trump e le sue politiche e posizioni su questioni di giustizia sociale e diritti umani. E ancora Mark Bradford, conosciuto per i suoi grandi dipinti astratti e installazioni che affrontano temi sociali. Sta partecipando a eventi di raccolta fondi per i democratici utilizzando la sua arte per promuovere la giustizia sociale e la partecipazione civica. Barbara Kruger usa invece frasi iconiche in bianco e nero per diffondere messaggi politici attraverso installazioni pubbliche e sui social media. Le sue opere sono diventate strumenti potenti per mobilitare l'elettorato progressista.

 

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