Pedro Sanchez denuncia il giudice che indaga su sua moglie
Per fortuna doveva essere un caso chiuso, «montato dalle destre» per gettare fango su Sanchez. Se così fosse il presidente del Governo spagnolo l’ha riaperto e l’ha reso davvero uno scandalo, qualcosa per cui si debba indagare a fondo. Perché mai infatti il premier si sarebbe dovuto avvalere della facoltà di non rispondere al giudice quale testimone se davvero la moglie Begoña è davvero estranea alle accuse a lei mosse?
E perché mai lo stesso Sanchez ha poi addirittura denunciato per abuso d’ufficio lo stesso giudice che sta indagando sul caso e che voleva interrogarlo senza peraltro accusarlo di nulla? A questa domanda possiamo subito rispondere che ormai siamo abituati alle mosse da bullo istituzionale quale il premier socialista ha dimostrato di essere in più di un’occasione, basti ricordare quando in risposta alle battute del presidente argentino Javier Milei ha ritirato l’ambasciatore da Buenos Aires. Ma alla prima domanda è difficile rispondere se non entrando nella sfera del sospetto come puntualmente ha fatto il Ppe.
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Il premier spagnolo avrebbe infatti dovuto semplicemente rispondere alle domande del giudice Juan Carlos Peinado su accuse teoricamente campate per aria e inizialmente aveva annunciato che avrebbe risposto per iscritto come prevede il codice penale spagnolo.
Ma ieri è arrivato il cambio di linea con l’invocazione durante l’interrogatorio di un altro articolo del codice di procedura penale (il 416) che esenta qualsiasi persona citata come testimone in un procedimento giudiziario contro il proprio coniuge o convivente.
Secondo fonti dirette Sanchez sarebbe stato «altezzoso» fin dall’inizio dell’interrogatorio e Peinado dopo l’invocazione dell’articolo non ha potuto far altro che chiudere il procedimento e impedire alla giuria popolare di porre domande.
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Il premier «ha avuto l’opportunità di dimostrare che non c’è nulla», tuttavia, non avendo risposto alle domande «riconosce di non avere spiegazioni per tutto ciò che è accaduto negli ultimi anni nel Palazzo della Moncloa» ha commentato portavoce del Gruppo Popolare al Congresso, Miguel Tellado.
L’ipotesi, ha puntualizzato, è che lui e sua moglie «abbiano trasformato la Moncloa in una sorta di coworking, un centro d'affari al servizio di alcune aziende che hanno beneficiato dell'amicizia con la moglie del Presidente del Governo». A suo avviso, il fatto che «non collabori con la giustizia» mette Sanchez «in una posizione molto negativa». Poi è arrivata la denuncia depositata presso l’Alta Corte di Giustizia di Madrid in cui si legge tra le altre cose che «si tratta di evitare che l’esercizio del potere giudiziario alteri inutilmente il corso e l'operato degli altri poteri statali». E il clima di sospetto si è fatto ancora più pesante.