Sanchez, i giudici spagnoli assediano la moglie: appalti, favori e regali...
La vicenda di Maria Begona Gomez, la moglie del premier spagnolo accusata di corruzione e «traffico di influenze» dai giudici, oggi arriva a un punto di svolta. Pedro Sanchez, consorte astuto quanto pochi, oggi viene sentito dai magistrati in qualità di testimone. Il caso era stato liquidato inizialmente come un esempio di giustizia a orologeria arrivando proprio a ridosso delle elezioni catalane e non lontano da quelle europee. «Una campagna di fango dei popolari, di Vox e degli altri gruppi dell’ultradestra», così l’aveva definita il portavoce del governo, che aveva dato modo al marito premier di prendersi la famosa pausa di riflessione di 5 giorni conclusasi con la dichiarazione che sarebbe rimasto alla Moncloa per difendere la democrazia «dalle destre».
La questione sembrava chiusa, tanto più che quelle accuse arrivavano da “Manos Limpias”, organizzazione immediatamente bollata come di “ultradestra” in quanto fondata nel 1995 da tal Miguel Bernad, funzionario pubblico in pensione di 82 anni apparso nelle liste del Fronte Nazionale insieme a Blas Pillar (riconosciuto cavaliere della Fondazione Francisco Franco) alle elezioni del Parlamento Europeo dell’87 e dell’89. E poi da altre organizzazioni come HazteOir (Fatti sentire) e la stessa Vox, dalle “destre” appunto.
"Niente amnistia": il verdetto della Corte che può far cadere Sanchez in pochi giorni
Caso archiviato dunque? No, per niente, secondo la legge spagnola le denunce popolari devono essere indagate con cura e non semplicemente bollate a seconda dell’area politica da cui giungono. Passata la buriana iniziale, di cui tra le altre cose resta la lettera con cui Sanchez dichiara di essere «un uomo profondamente innamorato di sua moglie», secondo alcuni media di sinistra sarebbe arrivata una presunta richiesta di archiviazione dalla stessa procura provinciale di Madrid. Che in realtà poi è la stessa procura che ha convocato Begona per essere interrogata dal giudice istruttore Juan Carlos Peinado, di fronte al quale si è avvalsa della facoltà di non rispondere. Il caso dunque non è chiuso per niente.
Ma soprattutto il giudice dopo il silenzio della moglie, suggeritole dall’avvocato difensore, ha ritenuto «conveniente, utile e pertinente ricevere dichiarazioni del marito dell’indagata, Pedro Sanchez Castejon», cioè il premier, che a sua volta ha ritenuto opportuno riprendere carta e penna per mettere nero su bianco che, dato il suo status di presidente del governo, tali dichiarazioni saranno messe per iscritto. L’ennesima smargiassata di Sanchez insomma: «Lei non sa chi sono io». In pratica nella lettera di due pagine, datata 24 luglio e firmata dal capo dell’esecutivo, Sanchez ricorda al magistrato che la sua dichiarazione deve essere resa in conformità con l’articolo 412.2 del Codice di procedura penale che stabilisce che «il presidente e gli altri membri del governo sono esentati dal presenziare alla convocazione del giudice, ma non dal testimoniare, potendo riferire per iscritto sui fatti di cui sono a conoscenza in ragione della loro posizione».
«È noto che la mia comparizione è inseparabile dalla condizione di presidente del governo», sostiene tra le righe Sanchez la cui lettera è già stata contestata dall’accusa, che sostiene che nel caso specifico le informazioni gli sono arrivate in quanto “marito”. Sanchez comunque fa presente anche «la sua volontà, come non potrebbe essere altrimenti, di collaborare con l’amministrazione della giustizia, sempre nel quadro del rigoroso rispetto della Costituzione spagnola e della legge che ci vincola tutti e che sono la massima garanzia del nostro Stato di Diritto».
Le accuse contro la Gomez riguardano il fatto di aver approfittato di essere la moglie del premier raccomandando, anche con la propria firma, imprenditori che intendevano partecipare ad appalti pubblici. Uno di questi ne avrebbe ottenuto uno da 10 milioni e avrebbe poi organizzato un master diretto dalla stessa Begona. Air Europa, gruppo Globalia, si sarebbe inoltre impegnata a pagare 40mila euro l’anno all’Africa Center della IE University Business School, guidato dalla stessa Gomez, più 15mila euro in biglietti aerei.
Il caso Begona si intreccia anche con quello Koldo, episodio di corruzione politica che ha già portato alla sospensione dal partito socialista di José Luis Ábalos, ex ministro dei precedenti governi di Sanchez. Globalia avrebbe infatti contattato la moglie del premier attraverso Víctor de Aldama, uomo d’affari coinvolto nel caso Koldo, che a sua volta avrebbe poi ottenuto un appalto da 6,7 milioni. Cosa si inventerà stavolta Pedrito el drito?
"Spagna, modello per l'Europa". Sanchez si smaschera: il clamoroso autogol del socialista