Israele, strage di bimbi al campetto: "Razzo iraniano". Attacchi in Libano. Teheran minaccia rappresaglie
Una strage che può segnare un drammatico spartiacque per il Medio Oriente. Un attacco con razzi lanciato da Hezbollah che ha causato la morte di almeno dodici persone su un campo di calcio nelle alture del Golan, in una zona abitata dalla comunità drusa. Le vittime, come riportato dal portavoce delle Forze di Difesa Israeliane, Daniel Hagari, erano tutte ragazzi, con età comprese tra i dieci e i sedici anni. Tra di loro, il più giovane, Milad Muadad Alsha’ar, aveva solo dieci anni. L'elenco delle vittime, fornito finora dalle autorità, è ancora provvisorio e potrebbe aumentare.
Questo attacco rappresenta il singolo episodio più mortale perpetrato da Hezbollah nel nord di Israele dall'inizio dei conflitti in seguito alla strage del 7 ottobre, secondo quanto dichiarato dalle autorità di Tel Aviv. Il quotidiano The Times of Israel ha riportato descrizioni agghiaccianti di residenti e soccorritori che hanno parlato di una vera e propria carneficina sul campo da calcio. Sebbene fosse stato attivato un allarme, il breve preavviso non ha permesso alle vittime di mettersi in salvo.
Le conseguenze dell'attacco sono state drammatiche. Il Baruch Padeh Medical Center vicino a Tiberiade ha accolto quattro persone in condizioni critiche. Lo Ziv Medical Center di Safed ha ricoverato 32 feriti, di cui sei in cura nel reparto traumatologico, 13 in condizioni da moderate a gravi e 10 leggermente feriti. Altre quattro vittime sono state trasportate al Rambam Medical Center di Haifa. Dei dodici morti, dieci sono stati dichiarati deceduti sul luogo dell'attacco, mentre due sono deceduti successivamente in ospedale.
Israele ha subito reagito, lanciando attacchi in tutto il Libano per colpire le milizie di Hezbollah. Il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, da Tokyo dove si trova in visita ha affermato che "tutte le indicazioni mostrano che il missile che ha colpito nelle alture del Golan è stato lanciato dagli Hezbollah". Sempre secondo Hagari, il razzo lanciato contro Majdal Shams era un razzo Falaq 1 di produzione iraniana, la cui testata trasporta oltre 50 chili di esplosivo: lo scrive il Jerusalem Post. Hagari ha affermato che un tale razzo è solo nelle mani di Hezbollah, aggiungendo che il gruppo terroristico aveva "effettuato il lancio dall'area di Chebaa in Libano". Hagari ha anche nominato il comandante di Hezbollah che ha guidato il fuoco come "Ali Muhammad Yihye".
Il ministero degli Esteri di Israele ha affermato che Hezbollah "ha superato tutte le linee rosse" con l'attacco di ieri, 27 luglio, alla città a maggioranza drusa Madjal Shams, sulle Alture del Golan occupate da Israele nel 1967 e annesse de facto nel 1981. In un comunicato, la diplomazia israeliana ha aggiunto: "Il massacro di sabato costituisce il superamento di tutte le linee rosse da parte di Hezbollah. Non si tratta di una forza militare che combatte contro un'altra forza militare, ma di un'organizzazione terroristica che prende di mira i civili deliberatamente".
La tensione, insomma, è alle stelle. Ed in questo contesto interviene anche l'Iran, che ha avvertito Israele che qualsiasi nuova campagna militare in Libano potrebbe portare a "conseguenze impreviste". Lo ha reso noto il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Nasser Kanaani. "Qualsiasi azione ignorante del regime sionista può portare all'ampliamento della portata dell'instabilità, dell'insicurezza e della guerra nella regione", ha detto Kanaani, aggiungendo che lo Stato ebraico sarà responsabile "delle conseguenze e delle reazioni impreviste a questi comportamenti stupidi". E ancora, il portavoce della diplomazia iraniana ha accusato Israele di addossare la colpa a Hezbollah "per distogliere l'opinione pubblica e l'attenzione mondiale dai suoi massicci crimini" nella Striscia di Gaza, aggiungendo che lo Stato ebraico "non ha la minima autorità morale per commentare" le morti a Majdal Shams.