Cerca
Logo
Cerca
+

Parigi 2024, Emmanuel Macron sotto assedio: cosa rischia dopo il disastro di ieri

Mauro Zanon
  • a
  • a
  • a

«La cerimonia di apertura proposta dal Comitato organizzativo dei Giochi Olimpici, purtroppo, ha incluso delle scene di derisione e di scherno del cristianesimo, fatto che deploriamo profondamente. Ringraziamo i membri delle altre confessioni religiose che ci hanno espresso la loro solidarietà. Il nostro pensiero va ai cristiani che sono rimasti feriti dall’eccesso e dalla provocazione di certe scene». All’indomani della parodia queer dell’Ultima Cena di Leonardo con Gesù sostituito da una donna obesa e gli apostoli da trans e drag queen, parodia andata in scena nel quadro della cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Parigi, la Conferenza episcopale francese si è scusata coi cristiani di ogni latitudine per lo spettacolo raccapricciante offerto in mondovisione. REPRIMENDA «Vorremo che capissero che la celebrazione olimpica va ben oltre i pregiudizi ideologici di alcuni artisti», hanno dichiarato i vescovi d’oltralpe.

Molto più dura è stata la reazione dell’arcivescovo di San Francisco Salvatore J. Cordileone. «Il fondamentalismo secolare si è ormai infiltrato nelle Olimpiadi, arrivando persino a bestemmiare la religione di oltre un miliardo di persone. Farebbero lo stesso con qualsiasi altra religione? Chiedo a tutti i nostri di pregare per un ripristino della buona volontà e del rispetto», ha scritto su “X” monsignor Cordileone, condannando le scelte di Thomas Jolly, ideatore della cerimonia di apertura. Jolly, dinanzi alle polemiche, ha difeso le sue scelte con queste parole: «Non volevo essere sovversivo, né scioccare nessuno. Semplicemente, in Francia, abbiamo il diritto di amarci, come vogliamo e con chi vogliamo.

 

Abbiamo il diritto di credere o di non credere. Abbiamo messo in scena semplicemente le idee repubblicane, di benevolenza e di inclusione». Marine Le Pen, capogruppo dei deputati del Rassemblement National, non ha commentato la cerimonia di apertura, limitandosi ad augurare buona fortuna agli atleti francesi. La madrina del sovranismo d’oltralpe, nei giorni scorsi, aveva tuttavia accusato il presidente della Repubblica, Emmanuel Macron, di voler “umiliare” la Francia imponendo la presenza della cantante Aya Nakamura. Che venerdì si è esibita insieme alla Guardia Repubblicana, uscendo dall’Académie Française, il santuario della lingua francese, e cantando “Djadja”, la sua hit, il cui testo recita: «Non sono la tua puttana, Djadja. A pecorina, baby, tu sì che ci sai fare». Marion Maréchal, eurodeputata e nipote di Marine Le Pen, ha denunciato i “J-Woke 2024” con un gioco di parole fra “jeux” e “woke”. «Sappiate che non è la Francia che parla, ma una minoranza di sinistra pronta a ogni provocazione», ha scritto su “X” Marion Maréchal, rivolgendosi ai cristiani di tutto il mondo. Reazioni di indignazione sono arrivate anche dall’estero. Secondo il premier ungherese, Viktor Orbán, è stata una nuova dimostrazione della «debolezza e della disintegrazione dell’Occidente». Per Orbán, la parodia woke dell’Ultima Cena è l’incarnazione del «vuoto» della società occidentale.

 

DISAGI A RAFFICA
Intanto continuano le proteste al Villaggio Olimpico, dopo i letti in cartone che hanno provocato mal di schiena ad alcuni atleti e l’assenza di aria condizionata. E il tanto decantato «ristorante più grande del mondo» è al centro della bufera, per la penuria di cibo e la pessima qualità. I primi a boicottare la mensa sono stati i britannici. Gli inglesi avrebbero fatto venire uno chef dal Regno Unito. Ad abbandonare il Villaggio sono stati anche 6 nuotatori sudcoreani, in ragione dello stato deplorevole delle navette che li accompagnano verso la piscina, paragonate a delle “saune”.

Dai blog