Joe Biden si ritira, il Cremlino: "Vittoria di Trump quasi imminente"
Tutto il mondo, per ovvie ragioni, guarda a quanto sta accadendo negli Stati Uniti, il ritiro di Joe Biden nella corsa alla Casa Bianca e la possibile successione di Kamala Harris come candidata alla presidenza, anche se la staffetta non è poi così scontata, nonostante l'endorsement del presidente uscente.
E tra chi guarda con particolare interesse ai fatti a stelle e strisce c'è, ovviamente, il Cremlino, la Russia di Vladimir Putin impegnata nella guerra all'Ucraina, un conflitto le cui sorti sono direttamente interconnesse alla leadership degli Stati Uniti.
Già a caldo, il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, aveva fatto sapere che "Mosca monitora la situazione, ma considera prioritari non i risultati delle elezioni americane, ma il raggiungimento degli obiettivi del Distretto militare centrale". Così al canale Shot Telegram commentando il ritiro di Biden. E ancora: "Mancano ancora quattro mesi alle elezioni, e questo è un lungo periodo durante il quale molte cose possono cambiare. Dobbiamo prestare attenzione e guardare cosa succederà dopo. La nostra priorità è raggiungere gli obiettivi del Distretto Militare Centrale non i risultati delle elezioni negli Stati Uniti", concludeva Peskov.
Il mattino successivo - oggi, lunedì 22 luglio - ecco che sempre da Mosca piombano altre "veline". L'agenzia di stampa Ria Novosti, organica al Cremlino, scrive che il ritiro di Biden rende la vittoria di Donald Trump "quasi imminente". E ancora, si osserva che il recente attentato al candidato repubblicano "ha danneggiato Biden" invece di Trump. Secondo Ria Novosti, con il ritiro di Biden il Partito repubblicano ora attirerà più elettori indecisi, in quanto i democratici hanno "mentito" al popolo statunitense, assicurando tutti sul fatto che Biden "non era affatto così male come sostenuto da Trump" e avrebbe dovuto candidarsi per un secondo mandato.
L'agenzia di stampa russa, che potrebbe essere equiparata nei fatti alla voce di Vladimir Putin, ha aggiunto che il Partito democratico "non ha un forte candidato alla presidenza di riserva", e l'attuale vicepresidente Kamala Harris, sostenuta dallo stesso Biden, non fa eccezione. "È stato impossibile rendere Harris una leader forte in quattro anni, e non si potra' farlo certamente nei restanti tre mesi" che mancano alle elezioni, concludono dalle parti di Mosca.