Donald Trump, il fango di Donatella Di Cesare: "Il sangue lo rafforza"
Anche quando Donald Trump è vittima di un attentato la colpa è sempre di Donald Trump. Quasi come se fosse una condanna esistenziale, un peccato originale di cui è impossibile liberarsi. Eppure, dopo il gesto violento andato in scena al comizio del candidato repubblicano, lo stesso presidente Joe Biden si è mostrato solidale con il suo storico avversario. Forse per paura di subire anch'egli un episodio di quel tipo, forse perché rimasto sinceramente turbato. "La violenza politica non può essere normalizzata. Ribadisco - ha dichiarato il presidente americano - che la posta in queste elezioni non è mai stata così alta, ci credo con tutto il mio cuore, ma dobbiamo abbassare i toni. La politica non può essere un campo di battaglia. Le decisioni si prendono nelle urne, con il voto, e non con le pallottole".
In Italia però, come si come negli stessi Stati Uniti, alcuni intellettuali progressisti si sono scansati dal coro unanime a sostegno di Donald Trump. Ci sono gli storici nemici delle "destre", come Gad Lerner e Roberto Saviano. Ma spuntano anche delle new entry, salite alla ribalta dopo lo scoppio della Guerra in Ucraina. Come riporta il Giornale, la professoressa Donatella Di Cesare ha espresso la sua teoria anche sull’attentato al tycoon: "È certo che quel sangue sul volto del nemico finisce per rafforzarlo e la violenza bellica, che dilaga ovunque, uccide la democrazia".
La filosofa non era nuove a uscite di questo tipo. In passato, Di Cesare si era speso in un encomia rivolto all'ex brigatista Barbara Balzerani. "La tua rivoluzione è stata anche la mia. Le vie diverse non cancellano le idee. Con malinconia un addio alla compagna Luna", aveva scritto in un post su X.
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