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Caracciolo, Occidente in pericolo: "Dopo l'attentato a Trump cambiano le priorità"

Lucio Caracciolo

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"Il rischio è che negli Stati Uniti con 450 milioni di armi per 330 milioni di abitanti e una certa abitudine alla violenza non si tratti di un episodio": Lucio Caracciolo, intervistato da La Stampa, ha commentato così il fallito attentato all'ex presidente americano Donald Trump, ferito di striscio all'orecchio da un proiettile mentre teneva un comizio a Butler, in Pennsylvania. Secondo lui, comunque, c'era da aspettarselo: "L'odio c'è già, l'attentato non è un fulmine a ciel sereno, lo scontro tra Trump e Biden è solo il riflesso di una situazione incancrenita da anni in un Paese diviso, dove i trumpiani pensano di essere l'America e viceversa. Una situazione in cui c'è una America di troppo".

Sulle teorie complottiste, invece, il direttore di Limes ha detto: "Sentiremo qualsiasi cosa, il presunto assassino è morto e non sapremo mai la verità. Diranno che non era lui. Ma non è la storia di Kennedy, un fatto out of the blue: questo attentato è into the blue, perfettamente dentro il clima corrente". Il caos interno, inoltre, potrebbe mettere in difficoltà tutto l'Occidente: "Si apre un'opportunità per gli avversari dell'America e per i suoi alleati non proprio fedeli che pensano di ritagliarsi uno spazio autonomo, come la Turchia - ha spiegato l'esperto -. E si apre una fase incerta per l'Occidente, preoccupato dal fatto che Washington avrà ormai priorità diverse dalla sua sicurezza".

 

 

 

Sull'esito delle presidenziali di novembre, infine, Caracciolo ha detto: "Biden può essere sostituito. La domanda se possa rappresentare l'America non riguarda il futuro ma l'oggi. E più passa il tempo più Trump diventa il probabile vincitore". 

 

 

 

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