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Gaza, 71 morti dopo il raid israeliano: "Gravemente ferito comandante militare Hamas"

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Sono 71 le persone rimaste uccise dopo il nuovo pesante attacco di sabato 13 luglio di Israele contro i territori nella Striscia di Gaza. Il ministero della Sanità di Gaza ha fatto sapere che altre 289 persone sono rimaste ferite nel raid che ha colpito l'area di Khan Younis. I missili, da quanto si apprende, avrebbero colpito il campo di al-Mawasi, che si estende dal nord di Rafah al Khan Younis. La zona umanitaria era stata scelta da Tel Aviv per ospitare i profughi costretti a lasciare il nord della Striscia dall'inizio delle ostilità. Oggi, nella fascia costiera, sono presenti centinaia di migliaia di sfollati palestinesi che si sono rifugiati in cerca di sicurezza. Soprattutto servendosi di tende di fortuna.

La maggior parte dei feriti sono stati subito trasferiti nel vicino ospedale Nasser. Lì i giornalisti dell'Associated Press hanno contato più di 40 corpi. E i testimoni hanno descritto un attacco che comprendeva diversi colpi. L'obiettivo del raid, come conferma un funzionario israeliano, era il capo dell'ala militare di Hamas Mohammed Deif. Secondo un media saudita risulterebbe gravemente ferito, mentre sarebbe morto il comandate Salameh. Un secondo attacco a una sala di preghiera nel campo profughi di Shati, nella parte occidentale di Gaza City avrebbe ucciso 15 persone

 

 

Hamas ha definito l'attacco che aveva come obiettivo Deif una "sciocchezza". "Tutti i martiri sono civili e ciò che è accaduto è una grave escalation della guerra di genocidio, sostenuta dal supporto americano e dal silenzio mondiale", ha dichiarato Abu Zuhri, alto funzionario di Hamas, all'agenzia Reuters.

 

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