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Macron, "marcia su Matignon": la rivolta della sinistra, Francia nel caos

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Non sarà un "colpo di Stato democratico", come ha accusato Eric Ciotti, ma di sicuro il piano di Emmanuel Macron per paralizzare la Francia dopo il voto (e la vittoria politica ma non parlamentare di Marine Le Pen) si sta realizzando in pieno sotto gli occhi degli elettori. 

Il secondo turno delle elezioni anticipate indette dopo la debacle alle ultime elezioni europee ha certificato un Paese spaccato in tre alle urne e all'Assemblea nazionale, con il Front National ampiamente primo partito al primo turno ma bloccato ai ballottaggi in virtù delle desistenze incrociate tra i liberali del presidente e il blocco rosso del Nuovo fronte popolare di Melenchon. Così oggi centro e sinistra hanno sì la maggioranza, ma i due blocchi sono incompatibili e potrebbero governare insieme solo accordandosi su singoli provvedimenti, senza un progetto di medio-lungo respiro. Tutto sembrerebbe portare, dunque, a un "governo balneare".

 

 

 

"Prendiamoci il tempo necessario per trovare una coalizione più larga possibile", è l'invito di Yaël Braun-Pivet, già presidente dell'Assemblea nazionale francese negli ultimi due anni e ricandidata dal blocco centrale allo scranno più alto del Palais Bourbon. "Le istituzioni francesi sono forti, non c'è fretta", ha spiegato in un'intervista pubblicata dal quotidiano la Repubblica. "Non credo che la situazione sia bloccata. Anche in altri Paesi, dove c'è una maggiore pratica delle coalizioni, possono volerci settimane, a volte mesi. È vero però che in Francia soffriamo della nostra cultura istituzionale che polarizza la vita politica", ha commentato Braun-Pivet. "I francesi hanno scelto di eleggere deputati che formano tre gruppi, non di uguali dimensioni, ma tutti molto lontani dalla maggioranza assoluta necessaria e consueta. Quindi siamo di fronte a una situazione inedita. Dovremo inventare qualcosa di nuovo". Una tranquillità che fa a pugni con le emergenze politiche, sociali ed economiche a cui è chiamata la Francia.

 

 

 

Alcuni esponenti di France Insoumise, il partito di Melenchon, hanno chiesto una marcia su Matignon, sede dell'esecutivo. I sindacati e varie associazioni di sinistra lanciano appelli a manifestare. "Non ho mai visto una campagna elettorale con tanta aggressività. È per questo che dobbiamo fare le cose con calma e in modo ordinato. La settimana prossima ci sarà l'organizzazione della nuova Assemblea nazionale. Dopodiché prendiamoci il tempo necessario per mettere insieme un governo che rifletta le diverse tendenze politiche dell'arco repubblicano. Solo così ci sarà una pacificazione nel Paese. L'invito a marciare su Matignon è pericoloso", ha sottolineato Braun-Pivet.

 

 

 

Secondo le ultime indiscrezioni, il premier uscente Attal rassegnerà le dimissioni tra pochi giorni. L'ex presidente dell'Assemblea nazionale ha quindi ricordato che "la nomina del primo ministro è una prerogativa esclusivamente presidenziale". "Quindi è sbagliato tentare una prova di forza per imporre la nomina e la tempistica", ha aggiunto. "Il Presidente ha il diritto di esercitare appieno i suoi poteri e garantire che il governo nominato abbia una durata sufficiente. Non ha senso nominare un esecutivo che durerà solo pochi giorni. Il Presidente, garante delle istituzioni e della tutela del popolo francese, non deve favorire l'instabilità".

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