Francia, che cosa succede dopo il voto: "Il fronte anti-Le Pen è già finito", è caos
Il voto in Francia lascia il Paese nel caos. L'azzardo di Macron di anticipare le elezioni legislative ha spalancato le porte a una crisi senza precedenti e a una ingovernabilità di cui l’inquino dell'Eliseo dovrà rispondere. Questa la situazione: nessuno può avere la maggioranza assoluta (289 deputati). Dopo il Nouveau Front Populaire (172-192), al secondo posto c’è la coalizione macronista di centro Ensemble (tra 150 e 170 seggi). Il Rassemblement National con l’alleato Eric Ciotti arriva tra 132 e 152. Ed è da questo affresco di cui dalle parti di Parigi non si ha memoria che dovrà venir fuori un nuovo governo con un premier capace di rappresentare una maggioranza parlamentare che in questo momento non c'è.
Melenchon è fumo negli occhi: nessuno vuol governare con lui e con il Nuovo fronte popolare. Il paradosso del vincitore: arriva primo ma non ha numeri e soprattutto alleati in grado di sostenerlo nella corsa verso il governo. E così gli analisti e i politologi d'oltralpe paventano l'ipotesi di un governo di coalizione (anche su questo fronte non ci sono precedenti in Francia) senza la presenza di Melenchon che controlla la sinistra radicale. Ad avere qualche opportunità per avviare un dialogo è il leader della sinistra moderata, Glucksmann, ma gli spazi di manovra, soprattutto sul fronte dei numeri sono davvero risicati. In Francia il presidente non ha scadenze per la nomina di un nuovo premier ma deve farlo garantendo i diritti di una maggioranza, altrimenti con una "censura" l'esecutivo verrebbe sfiduciato immediatamente.
Ergo occorre tempo. il galletto Macron ha fermato le destre col fronte del "disonore", come l'ha ribattezzato Jordan Bardella dopo l'esito del voto, ma ora deve fare i conti con una vero e proprio Vietnam parlamentare. C'è chi dice che il fronte messo in piedi contro Le Pen è già finito. Una sorta di patto elettorale che si sta sciogliendo in poche ore come un gelato all'equatore. Macron potrebbe respingere le dimissioni di Attal, almeno fino a quando non avrà trovato una soluzione. I seggi verrano "verificati" uno per uno per capire quali sono gli spazi di manovra. Stretti, strettissimi. L'azzardo del presidente potrebbe trasformarsi presto in boomerang.