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Kamala Harris, Michelle Obama o... chi spunta per la successione di Joe Biden

Maurizio Stefanini
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Kamala Harris potrebbe fare un cambio in corsa per provare a correre contro Trump a novembre? La notizia è stata data dalla Reuters, secondo cui almeno 25 deputati Democratici sarebbero pronti a chiedere a Biden di rinunciare alla nomination, e a cui almeno sette fonti “di alto livello” tra lo staff diretto di Joe Biden, la Casa Bianca e il Comitato nazionale dei Democratici avrebbero detto che, nel caso in cui l’attuale presidente si ritirasse, la prima scelta del partito ricadrebbe su Kamala Harris. Oltre alla vicepresidente attuale, altri nomi circolati sono quelli dei governatori di California e Michigan, Gavin Newsom e Gretchen Whitmer. E un sondaggio attesta che l'unico candidato democratico in grado di battere Trump sarebbe Michelle Obama. 

Tuttavia, sempre secondo l’agenzia di stampa, sarebbe difficile scavalcare Harris che, se nominata, erediterebbe sia i fondi raccolti da Biden sia la struttura costruita per la sua campagna elettorale. Anche Barack Obama ha definito «impegnativa» la strada per la rielezione di Biden dopo la debole performance nel dibattito televisivo contro Donald Trump alla Cnn, anche se secondo il Washington Post gli avrebbe comunque offerto il suo sostegno proprio dopo il confronto sulla Cnn.

A questo punto, però, c'è massima apprensione per l'intervista che darà alla Abc, e in cui dovrà gestire una rapida successione di domande. Quasi una prova d'appello. Una serata no magari può capitare, ma due sarebbero troppe. Dell'intervista tratta anche un articolo del New York Times, secondo cui sarebbe stato lo stesso Biden nel confidarsi con un suo “alleato” a dire di essere consapevole che potrebbe non essere in grado di salvare la sua candidatura se non convincerà il pubblico nei prossimi giorni sul fatto che può continuare il lavoro. 

 

Dunque, avrebbe ammesso, le sue prossime apparizioni, inclusa l'intervista a Abc, devono andare bene. Il tutto sarebbe la prima indicazione che il presidente starebbe seriamente considerando se può riprendersi dopo la devastante performance del dibattito con Trump. Un consigliere di Biden avrebbe messo in evidenza sempre con il New York Times che il presidente è “ben consapevole delle difficoltà politiche che si trova ad affrontare”. Biden starebbe dunque contattando i leader democratici un po' per volta, e avrebbe detto ad almeno una delle persone a lui più vicina di essere aperto alla possibilità che il suo piano di andare avanti dopo la sua sconfitta nel primo testa a testa potrebbe non funzionare.

 

«È assolutamente falso», ha però commentato su X il portavoce della Casa Bianca Andrew Bates. «Se il New York Times ci avesse concesso più di sette minuti per commentare lo avremmo detto». Gavin Newsom ha comunque annunciato la sua partecipazione all'incontro alla Casa Bianca tra Joe Biden e i governatori democratici, molti dei quali in una call dei giorni scorsi si erano interrogati sulla debacle del commander in chief nel dibattito tv con Donald Trump. E intende «stare al fianco del presidente», ha annunciato un portavoce del governatore della California. Newsom è stato uno dei principali “surrogati” di Biden nella campagna e finora lo ha sempre sostenuto, benché sia nella lista dei suoi possibili sostituti in caso di ritiro dalla corsa. All'incontro, anche i leader democratici del Congresso.

Nel complesso quadro entra anche Hunter Biden. Secondo fonti di Nbc News, Hunter sarebbe “intervenuto” nelle telefonate, negli incontri e nelle discussioni tra il presidente americano e i suoi assistenti, anche perchè in questo momento difficile chiede sempre più consiglio ai membri della famiglia. Ma il figlio Hunter è stato poco fa giudicato colpevole nel processo perla pistola acquistata mentendo sulla sua dipendenza dalla droga e i funzionari dell'Amministrazione sarebbero preoccupati.

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