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Francia, l'ultima "frontiera" progressista: scontri in piazza contro il risultato del voto

Pietro De Leo
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È stato il revival di piazza, se vogliamo anche più intenso delle elezioni europee. Il Rassemblement National arriva primo alle consultazioni legislative e si mobilita la Francia che si autoinveste come “migliore”, quella che protesta contro la democrazia perchè non riconosce agli altri il diritto di vincere. Una prova? «Ciò che non otterremo con le urne lo otterremo nelle strade», recitava uno striscione domenica sera a Nantes, come riportava l’agenzia Askanews.

Insomma, vale tutto, davvero tutto, pur di non far arrivare gli avversari, gli odiati lepenisti, al governo. Scorrendo qua e là i media locali francesi, si coglie un minimo denominatore delle manifestazioni, e cioè i cori contro il Rassemblement, la presunta minaccia fascista, la polizia e il capitalismo. Insomma, il brodo culturale della sinistra nelle sue declinazioni più estese. Nantes è uno di quei centri dove la protesta contro l’esito delle elezioni va in scena già al primo affiorare degli exit poll. Circa tre ore più tardi, il corteo verrà disperso dai lacrimogeni della polizia.

 

 

 

MOBILITAZIONE

A Parigi, tensioni a Avenue Parmentier. Qui, come riporta Le Figaro, i manifestanti bersagliano i poliziotti con petardi, le divise rispondono con lacrimogeni. Scene di guerriglia urbana, che lasceranno, poi, i segnali del passaggio, come ad esempio un McDonald e una banca con le vetrine vandalizzate nel luogo degli scontri e bidoni dell’immondizia rovesciati. Sempre nella Capitale francese, poi, in Place de la Republic si è svolta la manifestazione del Nuovo Fronte Popolare, che ha chiamato a una mobilitazione in vista dei ballottaggi di domenica prossima. Qui si sono ritrovati gli elettori più convinti della sinistra (talmente convinti che Mélenchon ha subito una piccola contestazione per via della non desistenza) nelle ore dello spoglio e sono arrivate 8mila persone. Niente problemi di ordine pubblico, ma comunque spuntano kefiah e bandiere palestinesi, vendute in una bancarella all’uscita della metropolitana, a testimonianza di quale sia la “piattaforma programmatica” dell’agglomerato della sinistra.

Disordini, invece, si registrano a Lione, dove si è verificata una situazione particolarmente critica. Secondo Actu Lyon, centinaia di manifestanti sono scesi in piazza, e si sono accaniti contro alcuni locali. La polizia è intervenuta, con dei lacrimogeni, disperdendo i manifestanti. Ma non è finita. I partecipanti alle proteste, infatti, hanno bersagliato i poliziotti con alcuni petardi, dando il via a delle vere e proprie scene di guerriglia urbana, danneggiando arredi urbani, erigendo barricate, incendiando bidoni della spazzatura. Un’offensiva in piena regola dei black bloc, attivi con cappucci ed elmetti calati in testa. Il contesto rischia davvero di degenerare con il tentativo di fare irruzione nel Municipio del 1° Arrondissement, che tuttavia la polizia riesce a respingere. Qualche disordine poi si è verificato anche a Rennes, in Bretagna, dove la polizia è intervenuta per disperdere un raduno di circa 200 manifestanti.

 

 

 

AUTODIFESA

Che quello tenuto domenica sarebbe stato un turno elettorale particolarmente difficile quanto a gestione della sicurezza era già nelle previsioni dei tutori dell’ordine. Nella stessa Lione era stata disposta la dislocazione di circa 200 poliziotti. A Parigi era stato pianificato l’impiego di droni per monitorare la situazione ed identificare i responsabili dei tafferugli.

E poi c’è un altro aspetto della questione, e cioè delle vere e proprie “barriere” applicate dai commercianti e gestori di locali all’ingresso dei propri esercizi per proteggerli dagli assalti. Su Le Figaro, il presidente dei commercianti e artigiani parigini aveva espresso le preoccupazioni della vigilia. Tuttavia, questa “tecnica” di autodifesa ha riguardato parecchie località del Paese. A doversi premurare, soprattutto i negozi dei grandi marchi, bersaglio privilegiato degli estremisti della sinistra che mescolano la veemenza ideologica all’odio sociale.

 

 

 

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