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Francia, ecco come il voto cambierà gli equilibri in Ue

Fabio Rubini
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A Bruxelles l’accelerazione impressa dai partiti tradizionali per anticipare gli scossoni che potrebbero arrivare dalla vittoria di Marine Le Pen in Francia, hanno creato parecchi malumori soprattutto tra i gruppi minori delle grandi famiglie europee. La strafottenza dei governi traballanti come quello tedesco e spagnolo o addirittura sotto elezioni come quello francese, non è piaciuto a quei partiti che solo lateralmente fanno parte dei tradizionali raggruppamenti presenti a Bruxelles, così come a quellie non sono pochi - che pur essendo usciti vittoriosi dalle elezioni si trovano emarginati dalle scelte. Questo è il motivo per il quale anche se i giochi sembrano fatti, con Ursula von der Leyen proiettata ad un mandato bis, gli sherpa della presidente non cessano di sondare le singole formazioni nazionali per provare ad allargare una maggioranza che alla prova dell’aula potrebbe non tenere o comunque consegnare a Ursula una vittoria risicatissima.

UN NUOVO GRUPPO

In questo risiko spicca l’accordo annunciato ieri dal premier ungherese Viktor Orban (che da oggi riceve da Giorgia Meloni la presidenza Ue per il semestre), dal leader del Partito delle Libertà austriaco (Fpö) Herbert Kickl e dall’ex primo ministro ceco Andrej Babiš, della formazione liberal-populista Ano. L’idea dei tre è quella di creare un nuovo grande gruppo europeo capace di pesare e magari superare anche il gruppo dei Conservatori. Per questo l’invito ad entrare in questo nuovo gruppo è stato già recapitato a tutti i partiti di Identità e Democrazia e ad altri scontenti. Al progetto, che prenderà il nome di “Manifesto Patriottico” si è già detto moderatamente interessato il leader della Lega Matteo Salvini, che ieri con una nota ha fatto sapere che «da anni la Lega lavora per coinvolgere il maggior numero numero di partiti che mirano a costruire un’Ue diversa, senza le sinistre che negli ultimi anni hanno distrutto l’Europa e indisponibili a sostenere Ursula von der Leyen. Vogliamo allargare il più possibile il perimetro - prosegue la nota di Salvini - di un gruppo forte, patriottico, coeso e contrario a inciuci».

Poi l’apertura al nuovo gruppo: «Valutiamo molto favorevolmente le parole di altri leader che si sono detti disponibili». Il nodo, soprattutto per Salvini, ma anche per l’olandese Wielders, è rappresentato da quello che farà il Rassemblement National di Marine Le Pen dopo il voto di ieri. Se la francese dovesse aderire a questo gruppo si trascinerebbe dietro tutti o quasi i 58 parlamentari che attualmente sono collocati in Identità e Democrazia, che uniti ai 10 eurodeputati di Orban, i 6 del Partito delle Libertà olandese e i 7 del partito ceco Ano (che è uscito da Renew dove siedono imacronisti) supererebbero i Conservatori diventando di fatto il terzo gruppo dopo Popolari e Socialisti. Anche perché tra i papabili membri del nuovo gruppo ci sarebbero anche i polacchi di Diritto e Giustizia, che sono in rotta coi Conservatori e contano 18 eurodeputati. E la crescita potrebbe non fermarsi qui. Attualmente ci sono una novantina di parlamentari che ancora non hanno scelto la loro collocazione. Tra questi, per esempio, potrebbero essere interessati al “Manifesto Patriottico” gli spagnoli di Se Acabò la Fiesta (La Festa è finita, ndr) che hanno tre seggi e magari anche lo youtuber cipriota Fidias Panayiotou, che senza un partito alle spalle si è portato a casa il 19,4 dei voti dell’isola. Lui giura che non entrerà in alcun gruppo, ma mai dire mai.

 

 

 

SITUAZIONE IN DIVENIRE

“Manifesto Patriottico” si andrebbe a posizionare in uno scenario europeo piuttosto cambiato- anche se non abbastanza - dopo le ultime elezioni che hanno visto due gruppi aumentare il loro peso e cioè il Ppe, cresciuto del 2,1% rispetto al 2019 e i Riformisti e Conservatori che hanno avuto un incremento del 3,2%. Tutti gli altri gruppi sono calati. Renew Europe ha perso 4,1 punti percentuali, mentre il gruppo dei Verdi è calato del 2,8%. Hanno perso peso anche il gruppo dei Socialisti europei (dal 20,5 per cento al 18,9 per cento) e quello di Identità e Democrazia (dal 9,7 per cento all’8,1 per cento). Il gruppo della Sinistra invece è rimasto stabile. Ma come avete potuto leggere tutto è ancora in movimento.

 

 

 

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