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Spagna, la Corte suprema nega l'amnistia a Puigdemont: ora Sanchez trema

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La Corte Suprema spagnola ha respinto la richiesta di applicare la legge di amnistia per il reato di appropriazione indebita nei confronti di diversi leader indipendentisti catalani, tra cui l'ex presidente della Catalogna Carles Puigdemont. Lo hanno reso noto i media iberici. Inoltre, la Corte ha mantenuto in vigore i mandati di arresto emessi nei loro confronti. La camera penale ha adottato questa decisione dopo aver esaminato le relazioni dell'accusa e della difesa sull'applicabilità dell'amnistia ai diversi reati coperti dalla misura di grazia. Tra gli imputati figura, oltre a Puigdemont, anche il leader di Sinistra repubblicana di Catalogna (Erc) Oriol Junqueras. La decisione della Corte Suprema complica per il momento il possibile ritorno di Puigdemont in Spagna. Il politico catalano non può infatti tornare senza rischiare l'arresto. 

"Il giudice della Corte Suprema ha emesso oggi un'ordinanza in cui dichiara l'amnistia non applicabile al reato di appropriazione indebita nel caso contro l'ex presidente della Generalitat Carles Puigdemont", ha affermato la corte in un comunicato, precisando che il mandato d'arresto nei suoi confronti è pertanto rimasto in vigore. L’amnistia nei confronti dell’ex presidente catalano era una delle condizioni che avevano consentito a Pedro Sánchez di ottenere i voti degli indipendentisti alle Cortes. Il Parlamento ha fatto la sua parte, approvando la legge sull’amnistia, ma ora questa decisione rischia di mettere in crisi la tenuta del governo a guida socialista.

 

 

L'ex presidente della Catalogna Carles Puigdemont ha paragonato la Corte Suprema spagnola alla mafia dopo che l'organo ha rifiutato di applicargli l'amnistia per il reato di appropriazione indebita, mantenendo anche in vigore il mandato di arresto nei suoi confronti. "La Toga Nostra", ha scritto Puigdemont in un laconico messaggio su X.

 

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