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Biden scaricato dalla stampa di sinistra Usa

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Una parola su tutte: «Panic». È ovunque, nei titoli e nelle analisi dei giornali statunitensi di area progressista, che lì chiamano liberal. I media che quattro anni fa si schierarono con Joe Biden e pubblicarono i loro endorsement, gli editoriali in cui invitavano i lettori a votare per lui. E che ora, all’indomani del disastro combinato dal loro campione nel confronto televisivo con Donald Trump, gli chiedono di farsi da parte, per mandare avanti un candidato più giovane e con le facoltà cognitive intatte.

Un’operazione che nemmeno loro, però, sanno come orchestrare, a quattro mesi dal voto e con Biden che ha già vinto le primarie. «Panico», titola allora la rivista Time in una copertina creata per l’occasione. Che mostra lo sconfitto del duello mentre esce dalla pagina e dalla scena politica. Diagnosi impietosa e corretta: «L’81enne Biden è inciampato nelle parole, ha farfugliato in alcuni punti e ha perso ripetutamente il filo del discorso. I repubblicani hanno deriso spietatamente la sua performance e i democratici sono caduti in una vera e propria crisi di panico».

Per fortuna, spiega Time, «i democratici hanno ancora il modo per avere qualcuno che non sia Biden alla guida del ticket elettorale, specialmente se Biden decide volontariamente di lasciare il posto». Stessa sirena d’allarme che suona sulle pagine di The New Republic, rivista di cultura e politica liberal con più di un secolo di storia: «C’è una buona ragione per non andare in panico? Beh, no. I democratici hanno sempre avuto tre opzioni. Restare con Joe Biden è sempre sembrata la meno peggio. Ma quella scelta è cambiata la scorsa notte».

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