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Israele, viaggio nel laboratorio che fa vincere Netanyahu a Gaza

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Il trionfatore politico della guerra a Gaza non è ancora chiaro ma gli analisti militari israeliani di una cosa sono convinti. E cioè che le operazioni sul terreno un vincitore ce l’hanno già: le Forze di Difesa israeliane. Nonostante i più di 300 militari uccisi dall’8 ottobre e i combattimenti che ormai si estendono su tutti i tre confini terrestri e il rischio concreto di rivolte arabe interne, le IDF hanno raggiunto l'obiettivo di ridurre l’esercito terrorista di Hamas- equipaggiato, addestrato, guidato in modo ottimale e soprattutto asserragliato nella rete di cunicoli sotto Gaza - a una serie di bande scoordinate fra loro, che ancora combattono ma il cui potenziale offensivo si riduce ogni giorno che passa.

Non è l’obiettivo posto dal governo, che è la distruzione di Hamas né la liberazione degli ostaggi (dei 251, a oggi solo 7 sono stati salvati da IDF, 109 liberati in cambio di galeotti) ma il nemico è stato ridotto ai minimi termini. Più in generale, tre considerazioni spiegano perché Gerusalemme può guardare con ottimismo al suo sistema di difesa finito sotto accusa per la débâcle di ottobre. 

 

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