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Joe Biden, "forse è il Parkinson": la diagnosi del prof De Leo a Repubblica

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Dopo il disastroso duello in tv sulla Cnn contro Donald Trump, anche il mondo dei democratici americani e della stampa di sinistra di casa nostra si è accordo che Joe Biden ha un problema, un grosso problema,

Politico innanzitutto, visto che è stato mollato da tutti e che più di un consigliere gli sta consigliando di ritirarsi dalla corsa alle presidenziali Usa di novembre finché è ancora in tempo (ma lui resiste ostinatamente, tenendosi la candidatura anche a dispetto dei sondaggi sempre più neri). Mediatico, perché ogni sua uscita pubblica è un colpo alla sua credibilità. E qui si lega al vero punto cruciale della situazione: quello, delicatissima, della salute dell'81enne capo della Casa Bianca. 

Come sta davvero il leader democratico, ex vice di Barack Obama, che dopo 4 anni al potere ha intenzione di raddoppiare? E' davvero in grado di reggere il peso fisico e psicologico del ruolo? Lui giura di sì, spiegando di essere semplicemente non più al meglio della forma per sostenere un dibattito televisivo. Ma i dubbi ora sono sempre più forti, e non sono più solo di chi da mesi lo chiama ironicamente Rimbam-Biden per sottolinearne lentezza, vuoti di memoria, farfugliamenti e gaffe varie. Il guaio è forse molto, molto più serio. 

"Appare come un anziano colpito da un problema senile, forse il Parkinson - spiega a Repubblica, non certo un giornale anti-Biden, Diego De Leo, presidente dell'associazione italiana di psicogeriatria -. Ha delle rigidità nel movimento e delle confusioni mentali episodiche che fanno pensare a quella patologia o ai cosiddetti parkinsonismi. Ma non conosciamo la vera diagnosi".

 

Secondo il professore, ci sono altri segni preoccupanti: "Deambula in modo incerto. È evidente lo sforzo che fa per tenersi su, diventare più rigidi è un meccanismo di difesa contro la perdita di controllo. Ha poi una mimica facciale ridotta e anche questo potrebbe essere indicativo di un deterioramento del controllo extrapiramidale, cioè di strutture del cervello particolari che nel Parkinson possono essere danneggiate da piccole ischemie".

 

Le forme ischemiche sono comuni, spiega De Leo, "ma ce ne sono anche di genetiche, virali, tumorali". Dal punto di vista cognitivo si capisce che Biden "si accorge delle interruzioni dell'eloquio, del ragionamento che perde e poi riprende. Però dobbiamo anche considerare un altro aspetto: l'emozionalità", che aumenta con l'età e ovviamente con gli impegni pubblici. Alla luce di questa sommaria diagnosi, la domanda è lecita: gli Stati Uniti (e il mondo) possono affidarsi per altri 4 anni a un uomo in queste condizioni?

 

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