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Mandato d'arresto per Shoigu e Gerasimov. La Russia: "Non significa nulla"

 Shoigu e Gerasimov

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La Corte penale internazionale ha emesso dei mandati di arresto nei confronti di Sergej Shoigu, ex ministro della Difesa russo, e del generale e capo di Stato maggiore Valerij Gerasimov per aver attaccato obiettivi civili in Ucraina. La Corte accusa Shoigu e Gerasimov di crimini di guerra e di crimini contro l’umanità per "azioni disumane" nel corso della guerra. 

"Ci sono motivi ragionevoli di credere che abbiano responsabilità penali individuali per i crimini menzionati", si legge ancora sul comunicato della Corte. Responsabilità - prosegue - che vanno dall’aver "commesso questi atti insieme ad altri" all’aver "ordinato di commettere questi crimini" o aver "mancato di esercitare un controllo adeguato sulle forze armate" nel momento dell’invasione russa dell’Ucraina.

 

 

Il mandato di arresto "non significa nulla" e "non è valido", ha risposto il Consiglio di sicurezza russo in una nota. L’organismo ha ricordato che la giurisdizione della Cpi non si estende alla Russia. La decisione nei confronti di Shoigu e Gerasimov è stata adottata "come parte della guerra ibrida dell’Occidente contro il nostro Paese".

L’anno scorso la Cpi ha emesso un mandato di cattura anche per il presidente russo Vladimir Putin, accusandolo di responsabilità personale per i rapimenti di bambini dall’Ucraina. Putin ha sostituito Shoigu come ministro della Difesa a maggio, all’inizio del suo quinto mandato come presidente.

 

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