L'Austria denuncia la sua ministra verde: voto sul Ripristino Natura, Ue nel caos
Secondo quanto riporta la stampa austriaca, il cancelliere federale austriaco, Karl Nehammer ha annunciato la sua intenzione di ricorrere alla Corte di giustizia dell'Ue contro il voto della sua ministra dell'Ambiente, la Verde Leonore Gewessler, a favore del Regolamento Ue sul ripristino natura; e il Partito popolare austriaco, a cui appartiene il cancelliere, intenderebbe denunciarla per abuso d'ufficio.
Nehammer e la ministra federale per gli Affari europei e la Costituzione, Karoline Edtstadler, avevano inviato ieri una lettera al primo ministro belga (dimissionario) Alexander de Croo, nella sua qualità di capo del governo che esercita la presidenza semestrale del Consiglio Ue, per denunciare il voto favorevole della loro collega all'Ambiente al Regolamento Ue. Gewessler, che aveva già annunciato le sue intenzioni ieri, ha poi effettivamente dato il suo voto al testo, che è stato approvato dal Consiglio Ambiente dell'Unione, oggi a Lussemburgo, invece di astenersi, come le chiedeva di fare il suo governo, che aveva già notificato questa posizione all'Ue.
L'astensione, spiegava la lettera, "si basa su un parere uniforme dei governi regionali (Bundesländer), vincolante per il governo federale ai sensi del diritto costituzionale austriaco, nonché sulla mancanza di consenso all'interno del governo". La lettera sottolineava poi che "il ministro federale austriaco per l'azione per il clima, Leonore Gewessler, non può dare il suo consenso al Regolamento sul ripristino della natura, poiché non ha il diritto di impegnare la Repubblica dell'Austria a questo riguardo, ai sensi dell'articolo 16, paragrafo 2, del Trattato sull'Unione europea".
L'articolo in questione afferma che "il Consiglio è composto da un rappresentante di ciascuno Stato membro a livello ministeriale, abilitato a impegnare il governo dello Stato membro che rappresenta e a esercitare il diritto di voto". A quanto si apprende a Bruxelles, comunque, la presidenza di turno belga non intenderebbe ritornare sul voto del Consiglio Ue, e il servizio giuridico dello stesso Consiglio avrebbe confermato che il ministro rappresenta il suo paese, e che il voto che esprime è giuridicamente vincolante (come d'altra parte afferma chiaramente l'articolo del Trattato menzionato). Da notare che l'approvazione del Regolamento Ue è avvenuta con il voto contrario di Italia, Ungheria, Svezia, Finlandia, Olanda e Polonia, e l'astensione del Belgio, che esercita la presidenza di turno del Consiglio Ue. La maggioranza qualificata prevede una doppia soglia: il 55% dei paesi (almeno 15) che rappresentino almeno il 65% della popolazione. In questo caso la seconda soglia è stata raggiunta di un soffio, arrivando al 66, 07%. Senza l'Austria, insomma, il Regolamento non sarebbe stato approvato, a meno che il Belgio non avesse deciso di votare a favore, invece di astenersi.
Sul tema si è espressa anche Coldiretti, chedefinisce la legge sul Ripristino Natura un provvedimento ideologico anche se grazie al lavoro della stessa Coldiretti con gli europarlamentari sono state eliminate le misure che avrebbero tagliato la produzione agricola made in Italy, aumentando le importazioni di cibi da Paesi extra Ue coltivati con pesticidi che da noi sono vietati da decenni. Il tutto con effetti devastanti anche sull'assetto idrogeologico del territorio, più esposto al rischio dissesto. Il testo varato grazie al voto decisivo della ministra austriaca rappresenta un compromesso al ribasso anche se senza dubbio migliorativo rispetto alla prima proposta della Commissione. "A livello generale la legge approvata dal Consiglio mantiene un'impostazione ideologica sbagliata che mette in contrapposizione la natura e l'agricoltore, vero custode del patrimonio ambientale. Non è allontanando gli agricoltori dalla terra - rileva la Coldiretti - che si preserva la natura, sono proprio le aziende agricole a garantire quella costante manutenzione senza la quale aumenta il rischio di dissesto e desertificazione".