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Conferenza per la pace in Ucraina, 12 Paesi non firmano: chi sono gli amici di "Putin"

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"L'Italia ha fatto la sua parte" per aiutare l'Ucraina "e non intende smettere. Tuttavia dobbiamo unire tutti i nostri sforzi per aiutare Kiev a guardare verso il futuro". Lo sottolinea la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, intervenendo oggi al summit per la pace in Ucraina al Buergenstock, un resort nel comune di Stansstad (Canton Nidvaldo), nella Svizzera centrale.

Non firmano il comunicato finale, non ancora pubblicato, una dozzina di Paesi, molti dei quali 'pesanti': Armenia; Brasile (partecipava come osservatore; ha circa 215 mln di abitanti); Colombia; Città del Vaticano (osservatore); India, il Paese più popoloso del mondo; Indonesia (oltre 275 mln di abitanti), il più grande Paese musulmano del mondo; Libia; Messico (127 mln di abitanti); Arabia Saudita; Repubblica Sudafricana; Thailandia; Emirati Arabi Uniti. Lo firma, invece, la Turchia, il Paese che forse più di ogni altro ha svolto finora un ruolo di mediazione nel conflitto (con il comunicato di Istanbul della primavera del 2022, Russia e Cina andarono vicini ad un accordo, come ha documentato Foreign Affairs).

 

 

La Cina, che è il secondo Paese più popoloso del pianeta dopo l'India, non ha partecipato alla conferenza. Oltre a un'ottantina di Paesi, tra cui tutti quelli dell'Ue (incluse Ungheria e Slovacchia), firmano il comunicato finale le tre istituzioni Ue (Consiglio Europeo, Commissione e Parlamento) e il Consiglio d'Europa, organizzazione non Ue con sede a Strasburgo.

"Il fatto che la grande maggioranza dei Paesi abbia approvato il comunicato indica che cosa può ottenere il lavoro diplomatico", dice la presidente della Confederazione Svizzera Viola Amherd, al termine del summit. "Date le differenti posizioni di partenza - continua Amherd -- è un successo che si sia trovato" un terreno comune su alcuni temi.

 

 

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