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Meloni e la foto con Milei che fa impazzire la sinistra

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"Viva la libertà": lo scrive su Facebook la presidente del Consiglio Giorgia Meloni pubblicando una foto con il presidente argentino Javier Milei. L'ultima giornata del vertice del G7 di Borgo Egnazia si chiuderà oggi con la conferenza stampa di Meloni, prevista per le 14. E' stata un'altra mattinata dedicata agli incontri bilaterali, tra i quali spiccava quello tra il presidente del Consiglio italiano e un altro big sudamericano, Lula, presidente del Brasile di ultra-sinistra.

Per Milei, portabandiera della revolucion turbo-liberista, sono ore particolarmente impegnative. Joaquin Cottani, segretario di Politica economica del ministero dell'Economia argentino, ha rinunciato infatti proprio oggi all'incarico. Il funzionario, negli anni 90 parte dello staff dell'allora ministro dell'economia Domingo Cavallo, è il primo a lasciare la squadra del ministero guidato da Luis "Toto" Caputo, pilastro del governo del presidente. Fonti del ministero citate dalla testata Infobae assicurano che Cottani si è dimesso per motivi "strettamente personali", essendo complicato raggiungere la famiglia che risiede a New York.

 

 

 

Nel frattempo, dopo la Puglia Milei sta già facendo rotta in Svizzera e per la precisione al Buergenstock, il resort di lusso sito nell'omonima frazione del comune di Stansstad, nel Canton Nidvaldo, dove si tiene il summit sulla pace in Ucraina organizzato dal governo della Confederazione. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ispiratore del summit (aveva chiesto personalmente alla Svizzera di organizzarlo), è arrivato tra i primi, seguito proprio dal presidente argentino. 

 

 

 

A chiudere il quadro del super-attivismo di Milei, ecco i ringraziamenti del presidente all'ex grande nemico, la Cina, una "dittatura comunista" con cui giurava che non avrebbe più avuto alcuna relazione. Milei ha invece ringraziato Pechino "per la fiducia depositata nel suo governo" con la decisione di rinnovare lo swap di 5 miliardi di dollari tra la Banca centrale argentina (Bcra) e quella cinese. Una decisione, si legge in una nota dell'ufficio della presidenza argentina, che rappresenta "un sollievo per il sistema finanziario argentino" e che "contribuisce al risanamento del bilancio della Bcra". 

 

 

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