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Joe Biden, il figlio Hunter "colpevole": droga e pistole, rischia 25 anni di carcere

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Hunter Biden, figlio del presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, è stato riconosciuto colpevole di tutti i tre capi di imputazione avanzati nei suoi confronti per possesso illegale di arma da fuoco. L’uomo, che si è dichiarato "non colpevole", è accusato di avere acquistato illegalmente una pistola nel 2018, mentendo in merito alla sua dipendenza da sostanze stupefacenti.

Prima di mandare a casa la giuria, il giudice ha affermato in aula che la sentenza viene "tipicamente" annunciata 120 giorni dopo il verdetto. In base a questa stima, una sentenza ufficiale dovrebbe arrivare entro la metà di ottobre, prima delle elezioni di novembre. 

Ieri la giuria ha deliberato per circa un’ora dopo che gli avvocati hanno presentato le loro argomentazioni conclusive.  Durante le arringhe conclusive, gli avvocati dell’accusa hanno affermato che le prove contro Hunter Biden sono "orrende e schiaccianti", e che il figlio del presidente era solito consumare abitualmente droghe quando ha acquistato la pistola. Il procuratore Leo Wise ha ricordato alla giuria la testimonianza dell’ex fidanzata di Hunter Biden, Zoe Kestan, la quale ha ammesso di averlo visto fumare crack nel settembre del 2018, poche settimane prima dell’acquisto della pistola in un negozio in Delaware. L’accusa ha anche contestato uno degli argomenti della difesa, in base al quale non sarebbe stato provato che Hunter fosse "attivamente impegnato nel consumo abituale" di sostanze stupefacenti al momento dell’acquisto. In risposta, Wise ha mostrato alla giuria le immagini di diversi messaggi di testo in cui, secondo l’accusa, il figlio del presidente avrebbe organizzato incontri con diversi spacciatori nei giorni precedenti e anche successivi all’acquisto della pistola.

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