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Pedro Sanchez, la moglie indagata da un mese. Ma il governo lo ignora

Mauro Zanon
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Il Tribunale provinciale di Madrid ha respinto la richiesta della Procura della capitale spagnola di archiviare l’indagine aperta a carico di Begoña Gomez, imprenditrice e moglie del presidente del governo Pedro Sánchez. Gomez è sotto inchiesta per «corruzione in affari e traffico di influenze» in seguito a una denuncia presentata dal sindacato Manos Limpias, vicino al partito sovranista Vox.

Attraverso un comunicato, il Tribunale ha indicato che esistono «dati oggettivi sufficienti per legittimare l’apertura dell’indagine» sull’assegnazione di appalti da parte della pubblica amministrazione alla società Innova Next Slu, di proprietà dell’imprenditore Juan Carlos Barrabés, professore di un master dell’Università Complutense di Madrid per cui la Gomez ha lavorato come professore associato. La moglie del premier socialista, secondo quanto riportato dalla stampa spagnola, avrebbe firmato due lettere di sostegno per Innova Next in due gare d’appalto dell’ente pubblico Red.es, da cui Barrabés ha ottenuto fondi.

 


Secondo El Confidencial, che ha rivelato l’esistenza dell’indagine, gli inquirenti si interessano in particolare ai rapporti della moglie di Sánchez con il gruppo turistico spagnolo Globalia, proprietario della compagnia aerea Air Europa. All’epoca, Begoña Gomez era a capo dell’IE Africa Center, fondazione legata alla scuola di economia di Madrid IE University, incarico che ha lasciato nel 2022. Secondo El Confidencial, l’IE Africa Center «ha firmato un accordo di sponsorizzazione con Globalia nel 2020» e Begoña Gomez ha partecipato «a un incontro privato con il suo ad, Javier Hidalgo, in un momento in cui Globalia stava negoziando con il governo il suo piano di salvataggio da svariati milioni di euro». Questo piano ha permesso ad Air Europa di ottenere 475 milioni di euro nel novembre 2020. Globalia avrebbe contattato Gómez attraverso Víctor de Aldama, uomo d’affari coinvolto nel caso Koldo, episodio di corruzione politica che ha portato alla sospensione dal Partito socialista di José Luis Ábalos, ex ministro dei precedenti governi Sáchez. L’inchiesta è stata aperta il 16 aprile e, dinanzi alle accuse contro la moglie, il primo ministro spagnolo aveva annunciato in una lettera che stava valutando l’ipotesi di dimettersi, prima di decidere di restare al potere. La decisione del tribunale di Madrid è un duro colpo per Sánchez, che ieri, a Madrid, all’indomani del riconoscimento ufficiale dello Stato di Palestina, ha ricevuto i ministri degli Esteri di Qatar, Arabia Saudita, Giordania, Autorità nazionale palestinese (Anp) e Turchia, nonché il segretario generale dell’Organizzazione della cooperazione islamica (Oic).

Sempre ieri, nella capitale spagnola, è stata inaugurata l’ambasciata palestinese. Il riconoscimento della Palestina come Stato autonomo da parte di Sánchez ha degradato i rapporti con Israele, che, come rappresaglia, ha deciso di interrompere i contatti tra il consolato spagnolo e i palestinesi. Se le accuse contro Begoña Gomez fossero confermate, tuttavia, potrebbero essere le ultime settimane di Sánchez alla guida della Spagna.

 

 

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