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Ilaria Salis "in Italia o in ambasciata". L'errore del giudice che può stravolgere il processo

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"Trasferirla in ambasciata. O riportarla in Italia". Il processo a Ilaria Salis è stato aggiornato al 6 settembre, ma difficile che nel frattempo non accada qualcosa di clamoroso.

Nel corso della terza udienza della causa contro la 39enne attivista antifascista italiana accusata di aver aggredito tre militanti di estrema destra a Budapest (reato che se accertato potrebbe costarle una condanna fino a 14 anni di carcere) le altre due teste sentite nell'udienza odierna non sono state in grado di riconoscere nessuno dei partecipanti al pestaggio avvenuto il 10 febbraio del 2023. Ma il nodo di giornata è un altro. 

In aula il giudice ungherese Josef Szos ha infatti rivelato l'indirizzo dell'albergo di Budapest dove la Salis sta scontando da un giorno gli arresti domiciliari dopo la scarcerazione. Uno svarione procedurale che ha provocato le furiose proteste del padre di Ilaria, Roberto Salis. "Ci sono state una serie di infrazioni gravissime, il giudice che faceva il pubblico ministero con una visione di parte, e la cosa più grave è che abbiamo assistito a una tutela fuori dal comune per la vittima, mentre per l'accusata italiana, Ilaria, candidata capolista Avs, è stato bellamente diffuso l'indirizzo di residenza, il suo domicilio dove rischia ovviamente lei ma rischiano anche altri cittadini italiani che sono lì ad aiutarla", sono le parole di papà Salis durante una pausa dell'udienza al tribunale di Budapest.

"Ora abbiamo una situazione assolutamente ingestibile dove è bene che il governo prenda immediatamente posizione - continua -. Ci sarà un'interpellanza di Avs al più presto, ma il governo deve fare in modo che Ilaria venga portata immediatamente ai domiciliari in Italia o che Ilaria venga ora trasferita in ambasciata. Non è possibile tollerare un rischio di questo tipo". Il riferimento è alle possibili ritorsioni politiche di gruppi neonazisti che potrebbero vendicarsi della "compagnia Salis".

 

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