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Gilles Kepel: "Perché ora Israele può attaccare l'Iran"

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Gilles Kepel, uno dei massimi esperti di Medioriente, e autore di Olocausti, spiega che siamo vicini a una svolta. La morte del presidente iraniano Raisi e il mandato d'arresto chiesto dalla Corte penale internazionale per Netanyahu e i leader di Hamas, per crimini di guerra può cambiare tutto. 

Sembra quasi un disegno questa concomitanza di eventi. "Non lo so, forse non avviene tutto per caso. Abbiamo un Iran debole, con il regime mai così lontano dalla gente dopo il 1979, e abbiamo un cambiamento politico che s'intravede in Israele, dove, magari non subito, l'incriminazione di Netanyahu può fornire al Likud il pretesto per abbandonare un leader ostaggio di una minoranza di zeloti e responsabile dell'isolamento internazionale in cui è precipitato Israele", dice in una intervista a La Stampa.

 

 

"Si voterà a breve in Iran, si voterà negli Stati Uniti, dove Biden è zavorrato da Netanyahu, e si può ipotizzare che anche Israele vada presto alle urne su pressione delle forze contrarie ai coloni. Le cose si muovono". Israele potrebbe pire attaccare l'Iran, continua Kepel: "In teoria è possibile. L'ostacolo è la società israeliana, che finora ha appoggiato la guerra a Gaza perché traumatizzata dal 7 ottobre, una minaccia militare ed esistenziale mai vista dopo il 1948. Netanyahu, però, ha fallito: non ha distrutto Hamas, ha trucidato migliaia di civili e ha devastato la reputazione internazionale di Israele. È un eroe shakespeariano che fa la guerra per salvarsi dal carcere, ha una responsabilità politica enorme, i laburisti non sopravvissero al disastro di Yom Kippur nel 1973. L'Aja, Biden, l'Iran spaccato, tutto si lega".

 

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