Raisi, la teoria del complotto: "Una trappola per favorire Khamenei jr"
Cominciano a girare le prime teorie complottistiche sull'incidente in elicottero in cui sono rimasti uccisi il presidente iraniano Ebrahim Raisi e il ministro degli Esteri Hossein Amirabdollahian. Del resto, in un Paese dove sono "normali" omicidi eccellenti e cospirazioni, è ovvio che questo schianto letale desti qualche sospetto.
Una delle ipotesi è che dietro la morte "accidentale" di Raisi ci sia direttamente l’ayatollah Ali Khamenei, "una trappola per togliere di mezzo il possibile rivale del secondogenito Mojtaba, detto Khamenei Jr", scrive il Corriere della Sera. Khamenei infatti ha 85 anni e non è più in buone condizioni di salute. Il suo successore naturale doveva essere proprio Raisi oppure Khamenei jr, appunto. Quindi "per eliminare il rivale del figlio, l’ayatollah avrebbe organizzato 'l’incidente perfetto'", si legge.
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"Partendo dal presupposto che non abbiamo abbastanza prove per trarre alcuna conclusione, ammetto che se qualcuno volesse assassinare un politico di alto livello, l’impianto di questo incidente è impeccabile: le condizioni meteo e il fatto che non sia rimasto quasi nulla dell’elicottero cancellano quasi tutte le evidenze", spiega al Corriere Farzin Nadimi esperto di Difesa iraniana del Washington Institute.
Insomma, che dietro l'incidente possa esserci qualcosa è una possibilità: "Non ci sono prove, ma la Repubblica islamica ci ha abituati a colpi del genere. Anche se Raisi non era un uomo carismatico che avrebbe disubbidito al leader, a differenza di Rouhani, o Ahmadinejad. Credo che se Khamenei gli avesse chiesto di fare un passo indietro, lui lo avrebbe fatto. Magari può essere più un messaggio per i pasdaran che supportavano Raisi. Ma è fantapolitica".
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Che invece ci possa essere la manina del Mossad, Namidi lo esclude: "Anche se in passato Israele ha compiuto omicidi eccellenti come quello dello scienziato Moshen Fakhrizadeh, questa teoria mi sembra ancora meno probabile della precedente",