Russia, armi nucleari in Bielorussia. Lukashenko rimuove il generale: il grave sospetto
Dopo gli annunci, la Russia passa ai fatti: via alle esercitazioni nucleari in Bielorussia, a pochi chilometri dal confine con l'Ucraina. A Minsk, il presidente-dittatore Aleksandr Lukashenko, il principale alleato di Vladimir Putin, ha intanto licenziato il suo capo di stato maggiore e primo vice ministro della Difesa Viktor Gulevich proprio alla vigilia delle esercitazioni nucleari congiunte con le truppe di Mosca.
A renderlo noto è stata l'agenzia di stampa bielorussa Belta precisando che l'allontanamento è avvenuto per il raggiungimento dell'età del pensionamento. Gulevich ha però solo 55 anni, come si legge sul sito del ministero della Difesa bielorusso. Restano dunque molti sospetti sui reali motivi della decisione: c'è chi ipotizza un contrasto tra il presidente e il generale sulla drammatica accelerazione "nucleare" che, temono in Occidente, potrebbe essere il preludio a un attacco con armi nucleari tattiche contro Kiev. L'obiettivo del Cremlino infatti è accorciare i tempi della guerra e indurre il nemico ucraino ad arrendersi e sedersi al tavolo dei negoziati da sconfitto, prima che al fronte arrivino gli aiuti militari americani che potrebbero prolungare il conflitto di altri mesi.
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A conferma di quanto la situazione sia grave e in continua evoluzione arriva l'indiscrezione del New York Times, secondo cui le autorità russe hanno avviato la costruzione di strutture in Bielorussia che potrebbero essere utilizzate per stoccare testate nucleari, modernizzando e aggiornando quelle già esistenti che attualmente vengono prevalentemente utilizzate come depositi di munizioni. Il NY Times ha monitorato le attività di costruzione dall'inizio, nel marzo del 2023, ottenendo diverse immagini satellitari che mostrano l'aggiornamento e l'espansione delle strutture. La Russia non ha dispiegato armi nucleari fuori dal territorio nazionale dalla caduta dell'Unione sovietica, nel 1991. Il sito in questione, scrive il quotidiano statunitense, si trova a circa 190 chilometri a Nord del confine con l'Ucraina, presso un deposito militare nella città di Asipovicy.
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In base alle immagini raccolte, alcune delle strutture costruite piu' di recente nell'area avrebbero caratteristiche riscontrabili "esclusivamente" nei depositi per lo stoccaggio di armi nucleari che si trovano in Russia. Uno degli esperti sentiti dal quotidiano, Hans Kristensen, della Federazione degli scienziati statunitensi, ha esaminato il materiale raccolto, affermando che quanto sta avvenendo in Bielorussia "sembra essere stato pensato per fare pressione sui Paesi che si trovano lungo il fianco Est della Nato, ma non darebbe alla Russia un vantaggio militare significativo nella regione". Nel deposito di Asipovicy si trovano anche i missili Iskander, che la Russia ha inviato alla Bielorussia nel 2022 e che possono essere equipaggiati con testate atomiche.
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