Joe Biden, lo zio divorato dai cannibali? Dopo la gaffe il disastro della Casa Bianca
A rovinare la poesia dell’ultima favola di Joe Biden ci hanno pensato gli insensibili fact checkers, loro malgrado hanno dovuto riportare alla realtà i fatti riguardanti lo zio Bosie mangiato dai cannibali, secondo la versione del presidente americano, caduto con il suo aereo in mezzo al Pacifico e mai più ritrovato secondo quella supportata dai resoconti dei registri ufficiali dei paladini della verità. Ma è stata la Casa Bianca a rimettere infine ordine nella diatriba, dando un’interpretazione dei fatti storici secondo cui la realtà non è oggettiva, ma un punto di vista, o per meglio dire uno stato d’animo, specie se c’è di mezzo il patriottismo, la guerra, il sacrificio e soprattutto Trump.
Insomma non è importante come sia morto Ambrose Finnegan o da chi sia stato mangiato il suo corpo, se dai pesci o dai cannibali della Nuova Guinea, quello che conta è che sleepy Joe ha detto quelle cose in un momento particolarmente emozionale. «L’avete visto il presidente» al monumento dei caduti di Scranton in Pennsylvania, la città natale della sua famiglia, «era incredibilmente orgoglioso del servizio di suo zio in uniforme», ha detto l'addetta stampa della Casa Bianca Karine Jean-Pierre. «Il presidente ha vissuto un momento emozionante e credo simbolico. Ha avuto l'opportunità come presidente di onorare il servizio di suo zio in uniforme. Ha avuto l'opportunità di essere lì come presidente, sai, di parlare a persone che mettono a rischio la propria vita per questo Paese».
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UNO SLOGAN
L’esegesi della Casa Bianca si è poi evoluta in un sorprendente pistolotto vergognosamente elettorale che probabilmente Biden, preso dalle sue antiche reminiscenze famigliari, manco si era sognato. «Il presidente ha sottolineato la storia di suo zio sostenendo la necessità di onorare il nostro sacro impegno di equipaggiare coloro che mandiamo in guerra e prenderci cura di loro e delle loro famiglie quando tornano a casa», ha proseguito Jean-Pierre issando la bandiera stelle e strisce, «e come ha ribadito, l'ultima cosa che i veterani americani sono, o l'ultimo modo in cui dovrebbero essere chiamati, è cretini e perdenti. E questo tipo di parole non dovrebbero provenire da un comandante in capo, come è stato fatto in passato». Insomma alla fine anche la Casa Bianca ha cannibalizzato lo zio, usando la sua storia per sferrare un attacco gratuito a Trump che nel 2018 durante la visita a un cimitero di guerra americano in Francia avrebbe chiamato i morti lì sepolti “losers” e “suckers”, secondo la testimonianza mai confermata di un giornalista di The Atlantic.
Roba da fact checkers anche questa, se mai fossero stati obiettivi e imparziali. Ma per rimanere ai giorni nostri, o a quelli di 80 anni fa, la verità è che, come ha commentato un rispettabile governatore dell’arcipelago dei cannibali di nome Allan Bird, Biden deve aver ascoltato queste leggende dai suoi genitori quando era piccolo, «storie che probabilmente gli sono rimaste impresse per tutta la vita». «Un uomo che invecchia torna bambino» diceva Sofocle, e Biden quando racconta certe favole lo fa in buona fede, con la stessa innocenza di un fanciullo. Lo zio Bosie non era stato nemmeno abbattuto dal nemico, come ha suggerito il presidente, era stato costretto a un atterraggio di fortuna in mare, non lontano dalle coste della Nuova Guinea, probabilmente per un guasto. Un suo commilitone che viaggiava sullo stesso velivolo era stato salvato dagli indigeni locali, ed è poi tornato a casa, ma di lui si perse ogni traccia. «Non hanno mai trovato il corpo perché un tempo c'erano molti cannibali, davvero, in quella parte della Nuova Guinea» ha detto Biden, ma come ha fatto osservare Michael Kabuni, docente di scienze politiche presso l'Università dello stesso Paese, «i miei antenati non avrebbero semplicemente mangiato qualsiasi uomo bianco caduto dal cielo».
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L’OSSO AL NASO
Biden avrebbe dovuto saperlo, il suo esercito di fact checkers avrebbe dovuto dirglielo, o avrebbe potuto verificarlo di persona su Google. I cannibali a volte mangiavano i parenti amati per evitare che la loro carne si decomponesse, alcune tribù arrivavano a cucinare il cuore o il fegato di un nemico onorato o odiato. Ma l'idea che degli indigeni con l’osso al naso potessero mettere nel pentolone qualsiasi malavveduto bianco che si fosse presentato chiedendo indicazioni è semplicemente ridicola. Roba da Topolino di quell’epoca.