Emmanuel Macron ordina 11mila bottiglie di champagne: bufera in Francia
A fine marzo, dall’Insee, è arrivata una batosta per il presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron: il rapporto deficit/Pil ha raggiunto il 5,5% nel 2023, pari a 154 miliardi di euro, risultato a dir poco disastroso per un ex ministro dell’Economia diventato inquilino dell’Eliseo anche con la promessa di rimettere i conti in ordine. Il capo dello Stato francese se l’è presa in privato con il suo ministro delle Finanze, Bruno Le Maire, per non essere stato in grado in questi sette anni di rendere la Francia un Paese più disciplinato dal punto di vista dei conti pubblici. Le Maire, colpito nell’orgoglio, si è presentato in televisione affermando con toni severi che «è necessaria una presa di coscienza collettiva sul fatto che (la Francia, ndr) non può più essere un open bar», e che il governo dovrà effettuare un taglio alla spesa pubblica di 20 miliardi per riportare in carreggiata l’economia e rientrare sotto il limite del 3% all’orizzonte 2027. Insomma, cari francesi, preparatevi ad anni di lacrime e sangue e di austerità. Ma mentre chiedono ai loro compatrioti di stringere la cinghia, Macron e il suo ministro sembrano non badare troppo alle spese per i piaceri personali, sia pur travestiti da istituzionali. Secondo quanto rivelato dal giornale online L’Informé, la presidenza della Repubblica ha appena finalizzato l’ordine di 11mila bottiglie di champagne, pari a un costo di 550mila euro, per evitare di restare senza scorte in occasione dei garden party e dei ricevimenti previsti nei prossimi quattro anni. Nel dettaglio, sono 11.040 le bottiglie di champagne, per un consumo previsto di 2.760 bottiglie all’anno: 1.500 di champagne rosé, 1270 di champagne classico.
BOTTIGLIE MAGNUM
«Emmanuel Macron ha avvisato i francesi, dicendo che è “la fine dell’abbondanza” e “della spensieratezza”. Ma non per l’Eliseo che ha appena ordinato 11mila bottiglie di champagne, alcune delle quali costano anche 700 euro. Sconnessione totale dalla realtà!»: così ha reagito Hélène Laporte, vice presidente dell’Assemblea nazionale in quota Rassemblement National. L’esponente sovranista fa riferimento per l’appunto allo champagne da 700 euro (una magnum di champagne Pol Roger Cuvée Winston Churchill 2013), che sarebbe stato sorseggiato da Macron insieme a Re Carlo III d’Inghilterra a Versailles, nel settembre 2023. Non è la prima volta, ad ogni modo, che l’inquilino dell’Eliseo fa parlare di sé per spese personali poco in sintonia con le ripetute richieste di sobrietà. Nei primi tre mesi di presidenza, come rivelato all’epoca dal settimanale Le Point, Macron spese 26mila euro in trucco e parrucco.
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Nel 2019 un altro settimanale, L’Obs, rivelò che il presidente e la première dame, Brigitte Macron, avevano sborsato 300mila euro per rifare la moquette della Salle Des Fêtes dell’Eliseo, e che il parco automobili era lievitato da 64 sotto la presidenza Hollande a 82 sotto il suo mandato. Più recentemente, secondo quanto riportato da Libération, lo staff di Macron avrebbe prenotato un sedile in business class da 3mila euro per far viaggiare due completi del presidente della Repubblica (quest’ultimo si trovava in Brasile per una visita di Stato): un episodio che ricorda quanto fatto da Bono, leader degli U2, che fece viaggiare il suo cappello da cowboy in prima classe, dopo esserselo dimenticato in una stanza d’albergo in Italia. Nel 2022, un’inchiesta del canale France 2 intitolata “People et politiques, petits services entre amis?” raccontò inoltre che Macron e consorte, quando il primo era ancora ministro dell’Economia di Hollande, avevano speso più di 120mila euro in cene mondane con attori, scrittori e intellettuali del Tout-Paris: ovviamente, tutti soldi dei contribuenti.
RISPARMI PERENNI
Il 6 marzo, Thomas Cazenave, ministro con delega ai conti pubblici, ha dichiarato davanti ai membri della Commissione finanze di dover trovare un modo per «garantire che i 10 miliardi di euro di risparmi entro il 2024 siano perenni», prima di aggiungere: «Dobbiamo aumentare i nostri sforzi da 12 a 20 miliardi di euro di risparmi aggiuntivi per il 2025». Lo scorso novembre, l’esecutivo ha lanciato una serie di “revisioni della spesa” per raggiungere questo obiettivo. Ma l’ordine di bollicine dell’Eliseo non sembra rientrare nel piano di austerità.
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